Roma

"La droga è un pezzo della nostra società". La rivolta "anti carabinieri" al Virgilio

L'analisi: "Un popolo di consumatori"

di Francesca Frascarelli *


Arrestato uno studente del liceo Virgilio per spaccio di stupefacenti durante l'orario di ricreazione: due militari in borghese sono entrati nello storico Liceo di Via Giulia, chiamando per nome diversi ragazzi, perquisendoli.  E sapete qual è stata la risposta? Una vera e propria rivolta degli studenti, schierati in favore dei ragazzi perquisiti, che rivendicano i loro diritti.
Si, ok ma di quali diritti stiamo parlando?  Se è vero infatti che la soluzione più funzionale per risolvere il problema “droga” non è certo seminare terrorismo all’interno dei luoghi di formazione, sotto forma di veri e propri blitz, non è forse sintomo di uno strano cambiamento anche questa esplicita difesa del proprio diritto a “non rispettare le regole” o per meglio dire a rispettare “le proprie regole”?

Certo è che siamo di fronte ad un vero paradosso, poliziotti in difesa della legalità che vengono accusati di aver utilizzato metodi “illegali” e, dall’altro lato, giovani “aspiranti spacciatori” difesi in quanto vittime di un sistema che fa uso della forza. Davvero assurdo. Come ne usciamo?

La lettura e l’analisi del caso è davvero particolare, tanti spunti, tante riflessioni, tante verità nascoste, tante emozioni, tanta frustrazione, tanta insoddisfazione, tanta distanza. Lasciamo stare per un attimo chi ha torto e chi ha ragione, chi vince e chi perde e ascoltiamo il messaggio di tutta questa paradossale vicenda.  Il loro non è un semplice messaggio ma un urlo nella notte.
E’ il grido condiviso di chi dice “NO” ad un mondo di etichette, di forma e di apparenza.  E’ l’atto di coraggio di chi non ha paura di venir fuori, di affermare che quello che fino ad oggi è stato represso, nascosto, considerato un tabù, non deve più esserlo.  E’ il salto di chi non si vergogna più di essere se stesso. Ma c’è ancora dell’altro, c’è una realtà, quella delle droghe, che è ormai parte integrante della vita di questa generazione, proprio come lo sono i social, le uscite al pub e in discoteca. Giusto o sbagliato che sia, c’è ed è vera e tangibile. La loro è una richiesta di trasparenza, è un “basta”.

Vogliono dirci che tutti lo fanno, non è la malattia del secolo, è sempre accaduto e forse è stato proprio mettere lo sporco sotto al tappeto ad aver creato questo popolo di consumatori.  Certo è che il mondo sembra andare in una direzione completamente diversa a quella ufficiale ma domandiamoci sempre cosa ha portato a tutto questo?

E ancora dietro alla protesta non c’è solo la difesa della droga, ma una questione ben più ampia. Non si tratta della rivolta di “drogati”, una parte dei protestanti, molto probabilmente, non avrà mai neanche fatto un tiro di sigaretta, eppure protestano lo stesso e sapete il motivo?  Sono stufi, esausti, disgustati da una realtà che interpone a un problema, quello della droga, la legge, che conosce come sua unica forma di comunicazione la forza, che nega loro la libertà di scegliere, che blocca le iniziative e che non fa niente per avvicinarsi e creare dialogo. Non si tratta di droga ma di libertà.


* Francesca Frascarelli, psicologa & coach della salute. Si occupa principalmente di psicologia energetica, dedicando particolare attenzione agli squilibri mentali e fisici legati allo stress. Fondatrice della “stressologia”, utilizza macchinari all’avanguardia per la guarigione dei suoi clienti in un ottica che nega ogni forma di distinzione tra mente e corpo. Ritiene che la mente e il corpo sono la stessa cosa e che si può curare il corpo lavorando sulla mente e, allo stesso modo, guarire la mente lavorando sul corpo.