Il diktat di Pallotta: No stadio, no Roma”. E Caltagirone prepara lo champagne - Affaritaliani.it

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Il diktat di Pallotta: No stadio, no Roma”. E Caltagirone prepara lo champagne

Quando e perché il presidente dell'As Roma, scartò i terreni a Tor Vergata e alla Bufalotta

Stadio della Roma, ultimo atto: Il tweet di Pallotta è chiaro: "Ci aspettiamo un esito decisamente positivo dall'incontro in programma venerdì. In caso contrario, sarebbe una catastrofe...No allo Stadio catastrofe per futuro della Roma e calcio italiano, per Roma e investimenti in Italia".

 


La reazione del numero 1 della squadra giallorossa, leader di un esercito di oltre 2 milioni di romani tifosi, è solo il primo atto di quella che si preannuncia come una battaglia tra il calcio romano e il Movimento Cinque Stelle. Dopo Pallotta, probabilmente anche Capitan Totti alzerà il tiro contro la decisione irragionevole del Campidoglio seguito subito da mr. Spalletti che ha già preso posizione in passato.

La balla del rischio idrogeolgico
Perché ciò che brucia è la fine annunciata dal leader del Movimento Cinque Stelle che posto come elemento ostativo alla conclusione dell'iter la balla colossale del rischio idrogeologico, ben sapendo che si trattava di una bufala, posta artatamente davanti ai microfoni televisivi per sviare il vero obiettivo del no M5S: proporre l'assurda idea di cambiare zona della città, come se spostare un progetto di quelle dimensioni fosse come giocare a Monopoli e spostare case e alberghi con un tiro di dadi.

Quando Pallotta fece il tour di Roma per trovare l'area dello Stadio
Nella ricostruzione dell'iter dello stadio, per capire l'importanza di Tor di Valle, bisogna tornare al primo sopralluogo di James Pallotta a Roma, quando arrivò in città dall'aeroporto di Fiumicino e, pianta della città in mano, costrinse Luca Parnasi a fare l'intero giro del Raccordo Anulare per studiare il posto giusto per la nuova casa della Roma. Pallotta aveva in mente Boston con aeroporti, autostrade e parcheggi a servizio dell'infrastruttura e così scartò subito la Bufalotta e Tor Vergata per il complesso e assurdo reticolo di strade e per l'impossibilità di realizzare una struttura che non fosse solo uno stadi di calcio ma una cittadella dedicata alla Roma. Solo dopo il sopralluogo – ha raccontato chi era presente – il presidente seppe da Parnasi che i terreni scartati erano nelle disponibilità di Francesco Gaetano Caltagirone, nemico giurato dei Parnasi sin dall'epoca della realizzazione del palazzo dell'ex Provincia di Roma all'Eur, fatta “scontare” a caro prezzo con una campagna senza precedenti dal quotidiano di famiglia.

Chi festeggia per il No allo Stadio
E ora che il Comune di Roma di Virginia Raggi si prepara a tornare indietro sulla “pubblica utilità”, a parte 15 tecnici senza visione del futuro che siedono nel cosiddetto tavolo dell'Urbanistica M5S, l'unico a gongolare è proprio Caltagirone. Se salta lo stadio salta anche il tappo della bottiglia opportunamente tenuto in frigo da tempo. Due indizi fanno una prova.

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