Roma
Il lockdown fa bene alle acque del Lazio: pochi batteri e meno alghe tossiche
Quest'andamento positivo emerge dai dati della Relazione annuale sulla Balneazione dell'Arpa Lazio
I dati della Relazione balneare annuale di Arpa Lazio relativa al 2020 su mare e laghi della Regione vedono l'inquinamento da batteri in linea con il 2019, mentre quello da alghe tossiche è inferiore. Verrebbe dunque da dire che il lockdown fa bene alle acque.
L'anno scorso, a causa della pandemia dovuta al coronavirus, la stagione balneare è iniziata il 29 maggio, e si è conclusa il 30 settembre. I campionamenti dell'Arpa sono iniziati il 4 maggio per poi finire con il termine della stagione balneare, salvo ripetizioni. In linea generale si può dire che, dal punto di vista microbiologico, lo stato di qualità delle 222 aree di balneazione sottoposte a monitoraggio non ha mostrato criticità, eccetto alcuni superamenti riconducibili principalmente ad eventi di inquinamento di breve durata. Il quadro d'insieme dei risultati analitici mostra una situazione delle acque di balneazione complessivamente molto buona, e simile a quella del 2019 considerando il minor numero di campioni dato dal fatto che non sono stati eseguiti i prelievi del mese di aprile. Gli eventi di inquinamento di breve durata continuano ad essere il principale motivo di divieto di balneazione mentre per il 2020 eventi di durata maggiore o che hanno interessato ampi tratti di costa sono stati limitati alle province di Latina e Roma.
Quanto alla sorveglianza sulla proliferazione di cianobatteri (alghe) potenzialmente tossici, c'è un miglioramento perché il 2020 è passato senza particolari criticità, a differenza degli anni precedenti. Non è mai stata necessaria la quantificazione delle microcistine (tossini prodotte da alcune alghe), e di per sé anche le specie potenzialmente produttrici di tossine sono rimaste limitate a pochi taxa (ovvero categorie tassonomiche) in quantità modeste. Il lago di Albano, a differenza degli altri laghi monitorati, si conferma caratterizzato da comunità algali fitoplanctoniche costituite da densità cianobatteriche dominanti. L’esito dell’ispezione visiva non ha mai rilevato la presenza di schiume o addensati algali rischiosi per la salute deibagnanti. Nel corso del monitoraggio è stata rilevata, come negli anni precedenti, la presenza della microalga Ostreopsis ovata, tossica anche per le persone, in tutte le stazioni monitorate lungo la costa laziale. Concentrazioni elevate hanno caratterizzato gli estremi della costa laziale a nord nel comune di Civitavecchia e a sud, nel comune di Formia. A seguito della valutazione dell’estensione della fioritura eseguita durante il monitoraggio si conferma come questo fenomeno sia esteso anche ad ampie aree limitrofe i punti normalmente oggetto di sorveglianza. E insomma c'è da sperare che anche nella prossima stagione si possa fare il bagno in tranquillità. Inquinamento e pandemia permettendo.