"Il mio gatto capo della legioni anti-topi". La Meloni sorpassa a destra Razzi
"Se sarà sindaco non guarderò in faccia a nessuno"
Come Antonio Razzi, anzi: meglio. Se il senatore voleva importare i gatti orientali per bio-sterminare i topi di Roma, Giorgia Meloni è pronta a nominare il suo gatto Martino quasi assessore, ovvero "capo della legione anti-ratti". E lo dice ai microfoni di radio Cusano.
Un po' come la leggenda di Caligola e del cavallo Incitatus che si narra (anche se non è vero) che fu nominato console, la parafrasi dell'impero romano fortunatamente si ferma ai topi. E sul suo futuro da sindaco avverte: "Sarò rigidissima, a costo di essere cacciata dal Campidoglio, non guarderò in faccia nessuno. E' l'unico modo per uscirne. Tutti oggi dicono che va bene ma se quando sarà ognuno farà l'inferno e avremo Roma con le manifestazioni con il sindaco preso a sacchi di patate, preferirò questo piuttosto che stare cinque anni in Campidoglio senza cambiare niente per la logica del compromesso. Per questo, dico ai romani votatemi a vostro rischio e pericolo, perché se arrivo a fare il sindaco non guardo in faccia a nessuno. Chi ama questa città e rispetta le regole non ha nulla da temere".
In attesa dell'apertura della campagna elettorale, la Meloni rinnova il suo invito a Berlusconi e Bertolaso: "Sono sempre invitati. Speriamo...Io fino all'ultimo ci spero, ho fatto appelli di ogni genere. Non tanto per vincere, si può vincere comunque, ma per semplificare il quadro agli occhi della gente. A me interessa per questo, perché poi i sondaggi dicono che la mia partita posso giocarla comunque".