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Roma
Immigrazione clandestina: arrestato egiziano per falsi documenti di soggiorno


Gli uomini della Guardia di Finanza di Roma hanno arrestato un egiziano accusato di immigrazione clandestina e di rilascio di documenti falsi. L'accusa rivolta all'uomo è di fornire supporto logistico ed assistenza a connazionali irregolarmente permanenti sul territorio nazionale, fornendo finti documenti, idonei al rilascio di permessi di soggiorno.

 


E'emerso come l'egiziano, già noto alle forze di polizia perché non incline all’osservanza delle leggi italiane, in quanto titolare di più attività di commercio al dettaglio di frutta e verdura fresca, risultate non operative, assumesse fittiziamente alle proprie dipendenze numerosi connazionali, garantendogli così l’ottenimento o il rinnovo del permesso di soggiorno.
Grazie al ritrovamento in sede di perquisizione di alcuni block notes, sono stati rilevati numerosi nomi e relativi conteggi di denaro, soldi ricevuti a fronte dell'attività di immigrazione clandestina. Sono stati inoltre identificati  ulteriori 24 soggetti, in quanto utilizzatori della falsa documentazione.
Le indagini, delegate dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma e condotte dagli specialisti della Sezione Investigativa Finanziamento al Terrorismo, hanno permesso di appurare, tra l’altro, collegamenti sospetti con la terra d’origine.  
Nel corso dell'inchiesta è stato accertato che nell’aprile dello scorso anno, l'egiziano arrestato ha effettuato, in circa 24 ore, un viaggio da Roma con scalo ad Istanbul e tappa a Il Cairo, con rientro a Milano. Il viaggio sarebbe stato acquistato lasciando come recapito un’utenza intestata ad un cittadino pakistano, il cui fratello è attualmente recluso in Italia per associazione con finalità di terrorismo perché accusato di raccogliere fondi per finanziare le attività sovversive. Il pakistano era, inoltre gestore di un'agenzia di viaggi nel quartiere Esquilino di Roma, mediante la quale coordinava le "collette" spedite con voli diretti alle famiglie dei martiri e agli organizzatori dell’azione armata.
Le attività investigative sull'egiziano sono ancora in corso al fine di verificare ulteriori possibili contatti.

 

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