Roma

Immobili inutili in affitto: 5 arresti: travolto il Consiglio agricoltura Crea

Inchiesta della Gdf sul Consiglio ricerche agricoltura Crea: gonfiavano gli organici per affittare uffici inutili dai privati

Agricoltura, esplode lo scandalo del Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura con sede a Roma via Po. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza ha arrestato il direttore generale dell'Ente, Ida Mirandola e 4 funzionari addetti al Bilancio e al Patrimonio. Inoltre ha sequestrato preventivamente beni per 8 milioni di euro.

Al centro dell'inchiesta, un meccanismo secondo il quale, pur avendo disponibilità di immobili per l'attività dio ricerca nel settore agricolo, la direttrice generale avrebbe falsificato il numero dei dipendenti, gonfiandolo a tal punto da costringere l'Ente a ricercare sul mercato immobili da adibire a uffici con la complicità di una società immobiliare che avrebbe messo a disposizione fittiziamente gli immobili.

L'accusa per Ida Mirandola e i dirigenti Albano Ginevra (classe1960, Ufficio gare e contratti; Amorese Luigi (classe 1972, Ufficio gare e contratti; De Chiara Speranza (ufficio Bilancio) è di falso, abuso d’ufficio e peculato.

Secondo la Guardia di Finanza, il procedimento amministrativo che è scaturito dall'affitto degli immobili è stato caratterizzato da diverse violazioni della normativa di settore, come nel caso dell’affidamento dei servizi di trasloco e facchinaggio, avvenuto frazionando artificiosamente i contratti allo scopo di non superare le soglie oltre le quali è previsto il ricorso a una gara ad evidenza pubblica e orientare, così, la scelta dell’effettivo esecutore.

Maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche sono derivati anche dalla mancata riduzione, imposta della legge sulla “spending review”, del 15% del canone di locazione di due immobili, che avrebbe consentito un risparmio di circa 700.000 euro. Sono, infine, emersi abusi nella procedura di “stabilizzazione” di alcuni lavoratori precari e nel pagamento di prestazioni professionali sulla base di incarichi di collaborazione affidati a due persone che, in realtà, non hanno svolto alcuna attività lavorativa.