Roma
"Inutile prendersela con i rom. Il vero killer è il degrado"
Era gennaio quando a via Boccea i cittadini organizzarono una partita a golf tra le buche stradali. Mercoledì sera in una di quelle buche è inciampato uno dei poliziotti che sceso dalla volante stava cercando di raggiungere a piedi quell'auto che stava facendo strage di pedoni dopo essere fuggita all'alt della pattuglia. Smaltita la rabbia del giorno dopo e mentre prosegue la caccia a due dei tre nomadi che erano a bordo dell'autovettura si aprono gli occhi su quello che è realmente successo in quel dedalo di strade infernale tra via Battistini e via Boccea, un fazzoletto di strade trasformato da anni di degrado in un mercato a cielo aperto.
E' il blog antidegrado Roma Fa Schifo a lanciare la provvocazione ricostruendo la dinamica dell'incidente anche grazie alle immagini di Google Street View che evidenziano come si dal 2014, data delle immagini archiviate in Rete, le più normali norme del codice della strada non siano rispettat in quell'angolo di periferia all'uscita della metro Battistini.
LA DINAMICA. Prima di tutto si tenta di dare una dinamica verosimile di cosa si successo la sera del 27 maggio. La Lancia Lybra malmessa intestata ad un cittadino rom residente nel campo abusivo della Monachina lanciata oltre i limiti lungo via Battistini insospettisce una pattuglia della Polizia che intima loro l'alt. Ma la macchina accelera ed inizia l'inseguimento.
Di fronte la stazione della metro Battistini all'incrocio tra Via Battistini e Via dei Monti di Primavalle c’è un vero e proprio suk su strada. C'è un semaforo rosso e la strada è piena di persone che stanno attraversando la carreggiata ma la station wagon accelera e investe sei persone, tra cui una donna di origine filippina di 44 anni che muore sul colpo, ma l'auto prosegue per la sua folle corsa per qualche metro con il corpo della signora Perez attaccata al parabrezza ed è andata avanti anche dopo aver lasciato il corpo sull'asfalto.
Dopo altri incidenti minori, l'auto appena arrivata su via Boccea centra uno scooter con due persone a bordo e poi prosegue la corsa fino all'incrocio tra Via di Boccea e Via Cornelia, di fronte al distributore dell'IP. A quel punto i tre scappano a piedi. I due agenti scendono dall’auto cercando di raggiungere la station wagon. Ma poi quel passo falso, una buca sull’asfalto blocca l’inseguimento. "Ci sono finito dentro, ho messo male il piede – ha raccontato l’agente – e sono caduto".
OMICIDIO O INCIDENTE. Mentre la città invoca giustizia la Procura dovrà dimostrare per i tre l'accusa di omicidio volontario, compito non facile perchè si potrebbe appuntare invece che si sia trattato di un semplice incidente automobilistico dovuto all'inadeguatezza della rete stradale.
Il problema sta nelle condizioni della strada con le persone costrette ad aspettare l'autobus in mezzo alla carreggiata perchè la fermata è ingombra di mezzi privati posteggiati abusivamente. Inoltre i furgoni delle bancarelle rendono quel punto un imbuto con visibilità zero dove gli incidenti sono all'ordine del giorno.
ROMA COME KABUL. "In una città civile non si può andare a 180 all'ora perché le strisce pedonali sono rialzate (tanto per fare uno tra i mille esempi di arredo urbano possibile) e se vai a 180 all'ora spacchi l'auto e ti fermi lì - è il commento provvocatorio di Roma Fa Schifo che accende la polemica proprio sullo stato inadeguato dell'arredo urbano - Si va a 180 all'ora se le strade sono abbandonate a se stesse, come quelle di Roma. I corpi dei feriti sono finiti addirittura sotto le auto in sosta abusiva che rendevano pericolosissimo e criminogeno questo tratto di strada".
"Asfalto massacrato, segnaletica inesistente, bancarelle, cartelloni e sosta selvaggia - conclude la riflessione - Il vero campo rom non è quello, abusivo e da smantellare beninteso, dove vivono gli assassini minorenni, bensì quello, tollerato e praticamente legalizzato, dove viviamo noi. Nel quale ci siamo assuefatti ed abituati a vivere e a crescere i nostri figli".