Roma

Irpef, Zingaretti torna indietro dopo aver tartassato Roma e il Lazio. I dati

L'Analisi. La verità sui conti della Regione: disavanzo a 30 miliardi e deficit sanitario ridotto solo dal Fondo nazionale

di Donato Robilotta *


Nel presentare la legge di bilancio che è in corso di discussione e approvazione nel Consiglio regionale sia l’assessore Sartore che il Presidente Zingaretti hanno presentato come un grande risultato quello di poter abbassare, di poco, l’addizionale Irpef che i cittadini del Lazio pagano.



Infatti l’articolo due della proposta di legge 357/2016, concernente “Legge di stabilità regionale”, prevede di modificare l’aliquota Irpef rispetto al seguente schema: a) fino a 15 mila euro l’aliquota resta pari all’1,73%; b) oltre 15 mila euro e fino a 28 mila euro aliquota è pari al 2,73% invece che al 3,33% ; c) oltre 28 mila euro  e fino a 55 mila euro aliquota pari a 2,93% ; oltre 55 mila euro e fino a 75 mila euro aliquota pari a 3,23%; oltre 75 mila euro aliquota del 3,33%.
Piccole variazioni tra lo 0,5% e lo 0,1% rispetto al tetto di un’aliquota massima pari al 3,33% che è stata introdotta dalla giunta Zingaretti nella prima manovra finanziaria nel 2013 perché sino a quell’anno l’aliquota massima della Regione era pari all’1,73%.

Un aumento dell’1,60% che ha portato nelle casse regionali consistenti risorse, andate per lo più in spesa corrente dal momento che invece di  coprire le anticipazioni di cassa dello Stato, in virtù del dl 35/2013, la Regione ha preferito la strada dell’ammortamento trentennale, aumentando quindi l’indebitamento. Non solo ma Zingaretti e la Sartore non dicono che l’aliquota Irpef della Regione Lazio è la più alta di tutte le Regioni, anche di quelle che sono commissariate per la sanità e sono in piano di rientro.

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Solo per fare degli esempi in Campania l’aliquota Irpef massima è pari al 2,03%, in Sicilia all’1,73%, in Abbruzzo, Puglia e Toscana sempre all’1,73%, mentre in Emilia-Romagna è pari al 2,33%,  in Friuli-Venezia Giulia all’1,23%, in Liguria al 2,33%, nel Molise al 2,63%, nel Piemonte al2,33%, in Sardegna all’1,23%, nel veneto all’1,23% come in Trentino, Val d’Aosta e Veneto, mentre in Umbria l’addizionale Irpef massima è pari all’1,83%.

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Quindi come si vede il Lazio ha l’aliquota Irpef regionale più alta tra tutte le regioni e questo mal si concilia con il mantra dei conti a posto che viene raccontato, anche perché il debito complessivo della Regione Lazio ha raggiunto la cifra monstre di quasi 30 miliardi, come certificato dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica.
Non solo ma il tanto propagandato risanamento finanziario in campo sanitario non corrisponde al vero, perché oggi la Regione in sanità, nonostante il blocco del turn over di questi anni, spende più del 2013 e la diminuzione del disavanzo è dovuta solo ai fondi in più arrivati sul riconoscimento dell’adeguamento Istat della popolazione, circa 700 milioni in più rispetto al 2013, e sull’aumento consistente del fondo sanitario nazionale che dal 2008 ad oggi è stato pari a quasi 1 miliardo di euro.


*Donato Robilotta, già consigliere regionale

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