L'Atac non è più del Comune di Roma. Negata la mobilità tra aziende pubbliche
Il regime di natura privatistica e i controsensi della società dei trasporti
Lo ha deciso il Comune di Roma M5S: l'Atac non è più una società pubblica, una ex municipalizzata partecipata al 100 per 100 da Campidoglio, bensì una società privata.
di Fabio Carosi
Atac come se fosse venduta, ceduta, regalata ed è lo stesso Campidoglio che certifica la strana natura privatistica di quello che una volta era un gioiello e che ora è ridotto ad una società piena di debiti con le banche e con i fornitori spinti verso il fallimento per i ritardi nei pagamenti che superano anche i tre anni. Milioni di euro che Atac non ha in cassa e qualcuno prima o poi dovrà metterceli pena un problema sociale.
Ma come Atac è un'azienda privata? Semplice, a certificarlo è il dirigente delle Risorse Umane, Gianluca Viggiano che ha respinto la richiesta di un dipendente di nulla osta per rispondere a un bando del Comune di Roma per reclutare 15 impiegati con caratteristiche specifiche. Bando che il Campidoglio ha deliberato lo scorso 12 dicembre per reclutare 14 posti a tempo pieno e indeterminato per profili professionali provenienti da altre pubbliche amministrazioni “sottoposte al regime di limitazione delle assunzioni”.
Spiegato in maniera più comprensibile, il Comune di Roma cerca professionisti e promuove un concorso nel meraviglioso mondo del pubblico per spostare magari risorse in sovrannumero da altre parti. Così il dipendete Atac presenta la sua domandina e la inoltra all'azienda. La risposta è da manuale del burocrate: “Si comunica... bla bla bla bla che è stata disposta la sua esclusione dalla procedura di mobilità indicata in oggetto, in quanto all'esito dell'istruttoria della sua domanda di partecipazione, bla bla bla bla, non risulta in possesso del requisito previsto al punto 1 dell'art.2”. Cioè il punto in cui il Comune di Roma apriva la mobilità tra le aziende della pubblica amministrazione”. Dunque, Atac autocertifica di essere un soggetto privato a tutti gli effetti o, come accadeva in passato con le Spa pubbliche, utilizza il “regime di natura privatistica” delle società per azioni, a suo piacimento.
Solo che, se fosse veramente un provato, dovrebbe portare il libri in tribunale e aprire una procedura fallimentare. Nè il contratto di servizio né il patrimonio del Comune sarebbero più una garanzia sul debito mostruoso.