Le bizzarrie di Arcimboldo per la prima volta a Roma: ecco le teste composte
Palazzo Barberini ospita l'esposizione del 20 ottobre all'11 febbraio
Le famose teste composte da frutta e vegetali del pittore Arcimboldo sbarcano per la prima volta a Roma per una mostra esclusiva a Palazzo Barberini. La Capitale ospiterà dal 20 ottobre all'11 febbraio una ventina di capolavori autografi, disegni e dipinti di Giuseppe Arcimboldi – nato a Milano nel 1526 - provenienti da Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova e Milano.
La mostra, organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira, è curata da Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo e già Direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Un volume, edito da Skira, accompagnerà ed esplicherà attraverso scritti della curatrice e di Giacomo Berra, Andreas Beyer, Giuseppe Olmi, Lucia Tongiorgi Tomasi, Shinsuke Watanabe, i temi trattati dall’esposizione.
Si tratta della prima esposizione dei lavori dell'Arcimboldo a Roma a causa della difficoltà di ottenere i prestiti delle sue opere da altri musei e da privati. Questa caratteristica rende le mostre dedicate al pittore milanese delle vere e proprie rarità.
Formatosi alla bottega del padre - nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci - Arcimboldo, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre soprattutto per le famose teste composte di frutti e fiori. Grazie alle sue “bizzarrie” e alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”.
Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo.
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