M5S, la resa dei conti il 5 febbraio. Salva la Raggi, “processo” ai portavoce
Il Meetup Amici di Beppe Grillo” fissa la data della prima assemblea plenaria. I protagonisti
Lo Stadio della Roma forse sarà già archiviato con le sue cubature modificate ma per il Cinque Stelle romano sarà vera resa dei conti. La data è fissata al prossimo 5 febbraio, giorno in cui si terrà la prima assemblea plenaria del Movimento Cinque Stelle che già profuma di processo pubblico.
E paradossalmente non sarà il sindaco Virginia Raggi a salire sul banco degli imputati, bensì gli eletti, quelli che erano una volta definiti portavoce e che invece nel caos dei primi 8 mesi di governo del Campidoglio o sono spariti nel nulla, oppure hanno alimentato il dissenso direttamente o attraverso le esternazioni di parenti e amici, veri “pirati” dei social.
A chiamare il popolo grillino a raccolta, il Meetup “Amici di Beppe Grillo Roma 5 Stelle” dove in tanti hanno risposto al sondaggio messo in rete lo scorso 7 gennaio dall'esponente Claudio Sperandio e che il 20 si è chiuso con 235 voti validi. L'ordine del giorno è chiaro: al punto 1 il rapporto tra attivisti e portavoce, al secondo la piattaforma, il trattamento e l'interazione sulle emergenze di Roma e la piattaforma di Governo comunale, con l'attuazione e il monitoraggio in rete del programma M5S”.
Come si evince, il nome del sindaco non compare, segno che il Movimento ha ben chiaro che la sopravvivenza politica passa per una blindatura di Virginia Raggi e che il dissenso va canalizzato su quei soggetti che invece hanno contribuito ad alimentare la polemica. In totale saranno in 160 a parlare, con 30 rappresentanti per ciascuno gruppo municipale e gli altri posti disponibili prenotabili attraverso un piattaforma on line che però sino a lunedì notte non contemplava ancora l'eventi.
E così 2129 iscritti al Meetup avranno finalmente un'idea di cosa pensa la base dell'esperienza di governo di Roma e avranno anche la certezza delle difficoltà che incontra il Movimento nella rappresentanza diretta, attraverso quei tavoli di lavoro che sono stati l'ossatura della campagna elettorale, la “mente del programma” e che dopo le elezioni sono stati allegramente messi da parte. Finito il rodaggio, la base punta a riprendere il controllo del Movimento. I consiglieri comunali eletti sono avvisati. La rivolta è pronta, anche se la trasparenza grillina è un ricordo: niente diretta social o streaming.