Roma
Mala Capitale: preso il re delle rapine Sarracchini. Caveau, ville e droga
Blitz dei finanzieri del Gico. La banda Sarrachini tenne in ostaggio il costruttore Angelo Deodati nella sua villa dell'Eur. il denaro reinvestito nella droga
Rapine in villa, furti nei caveau e il denaro reinvestito nel traffico di droga. Il Gico della Finanza mete fine all'epopea della banda di Lorenzo Sarrachini, esponente di spicco della malavita romana.
Nella notte scorsa i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito – nelle province di Roma e Rieti – un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone (8 in carcere e 1 ai domiciliari), responsabili della pianificazione di furti e rapine ai danni di Istituti di credito ed esercizi commerciali, nonché parallelamente coinvolte in attività di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno smantellato il gruppo riconducibile a Lorenzo Saracchini (classe 1954), pluripregiudicato affermatosi nel panorama criminale romano poiché coinvolto, nel corso degli anni, in notori fatti di cronaca: tra questi, in particolare, la rapina commessa nel marzo 2010 allorquando, membro di un commando di 5 uomini armati e travisati – composto, tra gli altri, da Lucio Russo (classe 1959) e Daniele Russo (classe 1975) – aveva preso d’assalto la villa nel quartiere Eur, della famiglia del costruttore angelo Deodati, sequestrando marito e moglie e pretendendo la consegna del denaro e dei beni per un valore di 150 mila euro. In seguito a quel delitto, era fuggito in Spagna, dove, nel 2012, veniva rintracciato ed estradato in Italia.
Come ricostruito nel corso delle indagini, Saracchini ha continuato a pianificare meticolosamente l’esecuzione di reati della specie, che non sono stati portati a compimento grazie all’intervento delle Fiamme Gialle.
È il caso della rapina sventata il 2 ottobre 2017 all’Ufficio postale Lido di Ostia, dove furono tratti in arresto i suoi due complici, Giovanni Costa (classe 1953) e Carlo Boschetto (classe 1953), mentre, nel giorno notoriamente dedicato al pagamento delle pensioni, si dirigevano verso l’obiettivo a bordo di un’auto rubata, parzialmente travisati e armati di pistole.
Saracchini, in quel momento uscito indenne dall’azione repressiva, si riorganizzava con i vecchi sodali Lucio Russo e Daniele Russo, nonché avvalendosi di Giuseppe Santanastasi (classe 1956), per realizzare un furto ai danni di un laboratorio di preziosi sul Lungotevere dei Mellini della Capitale.
Il piano prevedeva di agire di notte e forzare la cassaforte dopo essersi introdotti all’interno dell’esercizio commerciale attraverso un foro praticato nel solaio dell’appartamento disabitato sovrastante: anche in questo caso, nonostante la perforazione fosse quasi stata completata in una sola nottata, il delitto non si perfezionava per un imprevisto sopralluogo del custode dell’abitazione e l’arrivo dei militari.
Le investigazioni hanno poi consentito di dimostrare come i reati contro il patrimonio non costituissero l’unico settore criminale di interesse, essendo affiancato dal remunerativo commercio di stupefacenti, per il quale Saracchini si avvaleva di ulteriori complici, Silvano Eusepi(classe 1955), Silvano Cerroni (classe 1944) e Angelo Pappalarro (classe 1955).
Anche in questo ambito, l’intervento dei Finanzieri consentiva di arrestare, nel novembre 2017, Cerroni ed Eusepi, trovati in possesso di circa un chilogrammo di cocaina che il primo, su indicazione di Saracchini, aveva prelevato da un fidato fornitore per recapitarlo presso il laboratorio fotografico del secondo, a sua volta incaricato di “tagliare” il narcotico per aumentarne il quantitativo prima dell’immissione sulla piazza romana.
Nei confronti degli indagati SARACCHINI Lorenzo, RUSSO Daniele, RUSSO Lucio, BOSCHETTO Carlo, COSTA Giovanni, EUSEPI Silvano, CERRONI Silvano e PAPPALARDO Angelo è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre nei confronti di SANTANASTASI Giuseppe è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.