Roma

Massacro del Circeo, una serie tv riaccende la violenza sulle donne

Cattleya e Vis stanno girando una fiction che racconta il processo che ha visto come imputati Izzo, Guido e Ghera

In arrivo una serie tv che racconta il processo post sequestro di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, violentate e seviziate nel settembre 1975 in una villa al Circeo da tre ragazzi della "Roma bene".

Dopo il film "La scuola cattolica", tratto dall'ominimo libro di Albinati, il massacro del Circeo viene raccontato in una serie tv prodotta da Cattleya con VIS (divisione studio di Paramount), per la Rai e Paramount+ Italia (il servizio streaming di Paramount che arriverà entro il 2022)

Sei episodi per ripercorrere la triste sorte di due ragazze, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, tratte con l'inganno nella villa di uno dei tre ragazzi della cosiddetta "Roma bene" al Circeo, sequestrate, seviziate e violentate per ore. Nel corso del massacro, durato tre giorni, le ragazze subirono molteplici violenze e Rosaria Lopez, appena maggiorenne, perse la vita mentre la sua amica, Donatella Colasanti si finse morta e venne ritrovata nel portabagagli della macchina di uno dei tre ragazzi in via Pola a Roma, insieme al cadavere dell'altra ragazza.

Il processo

La serie tv ripercorrerà il processo contro i ragazzi responsabili del massacro: Andrea Ghira, Giovanni Guido e Angelo Izzo. Tutti e tre poco più che ventenni, ricchi, militanti di estrema destra e che avevano avuto a che fare già con la giustizia (i primi due avevano compiuto una rapina a mano armata e Izzo aveva violentato due ragazzine ma non aveva mai scontato la pena). Un processo che vide protagonisti solo Izzo e Guido (condannati prima all'ergastolo e poi successivamente a 30 anni) in quanto Ghira fuggì facendo perdere le sue tracce.

Le lotte femministe

Nel corso dell'udienza molte associazioni femministe si costituirono parte civile. Fu un processo molto seguito sia per la violenza che veniva raccontata e sia perchè scoperchiò l'ipocrisia imperante in certi contesti borghesi romani che andava a nascondere un maschilismo violento e altamente pericoloso. Fu l'occasione, per l'opinione pubblica, di ridiscutere dei diritti delle donne e di parlare di stupro, senza minimizzare come veniva fatto fino a quel momento un atto così violento. Donatella Colasanti diventerà un simbolo per tanti movimenti femministi e non solo. Un simbolo di giustizia, di lotta al patriarcato, una vittima della violenza e della cultura misogina imperante in certi contesti romani.

Il contesto storico

Gli anni '70 sono gli anni dei movimenti politici, delle lotte sindacali e delle luci e ombre dei movimenti studenteschi. Ma sono anche gli anni delle leggi che riguardano la donna che, fino a quel momento, a livello giuridico e sociale si trovava posta in un piano "inferiore" rispetto all'uomo, privata di pari libertà e diritti. Il 1975, anno del massacro del Circeo, è l'anno del nuovo diritto di famiglia, legge che abolisce il "capofamiglia padre padrone". Il 1978 sarà l'anno dell'aborto, ma si dovrà aspettare solo il 1980 per una legge contro la violenza sessuale e, addirittura, il 1996 per una norma sullo stupro.

Il cast

Nella fiction a difendere Donatella Colasanti c'è Teresa Capogrossi (personaggio di fantasia interpretato dalla nota attrice Greta Scarano), la giovane e ambiziosa avvocata che lavora prima per Fausto Tarsitano (personaggio realmente esistito interpretato da Enrico Ianniello), noto avvocato comunista e poi per Tina Lagostena Bassi (Pia Lanciotti), l' "avvocato delle donne", impegnata in prima fila per la riforma della legge sulla violenza sessuale

La produzione della serie

La serie tv che verrà trasmessa sulla Rai e Paramount+ è stata scritta da Flaminia Gressi, Viola Rispoli e Lisa Nur Sultan e diretta da Andrea Molaioli ( regista noto per Suburra, Bella da Morire, Fedeltà). Una produzione che vuole rendere giustizia a una storia, ancora e preoccupantemente attuale, di violenza e stupri di gruppo con protagonisti ragazzi appartenenti a famiglie benestenti e facoltose della capitale. Negli anni sono stati molti i casi (fra cui il più recente stupro di Capodanno) paragonati per violenza e modalità al massacro del Circeo.

 

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