Metro C, Marino e Alemanno nella bufera. Corte dei Conti: danno per 253 mln - Affaritaliani.it

Roma

Metro C, Marino e Alemanno nella bufera. Corte dei Conti: danno per 253 mln

Trentadue indagati per la gestione dell'appalto per la realizzazione della Metro C

Un danno allo Stato per 253 milioni di euro, per far fronte alle varianti apportate dai costruttori in corso d'opera e non previste nel progetto originale; somme indebitamente riconosciute da Roma Metropolitane a "Metro C", la società che si aggiudicò la gara per la realizzazione della linea. Indagati trentadue tra ex sindaci, assessori, dirigenti se funzionari: tutti segnali dalla Procura Regionale della Corte dei Conti per il Lazio, che dovranno spiegare alla magistratura contabile come negli anni è stato gestito l'appalto per la realizzazione della linea "C" della Metro di Roma.
L'appalto per la realizzazione dell'opera pubblica oggetto d'indagine era stato aggiudicato dalla S.r.l. Roma Metropolitane al Contraente Generale Metro C S.c.p.a., per un importo a base d'asta pari a oltre 2.5 miliardi di euro, e perfezionato a seguito della sottoscrizione del contratto di affidamento al citato contraente generale il 12 ottobre 2006.
Per circa due anni i Finanzieri hanno acquisito e sequestrato, in diverse tranche, una consistente mole di documentazione, sia presso il general contractor, Metro C S.c.p.a., che presso Roma Metropolitane S.r.l., stazione appaltante del Comune di Roma, Roma Capitale, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Cipe.
L'analisi della documentazione acquisita, ha consentito di ricostruire le procedure adottate relativamente alla realizzazione dell'opera pubblica, dal bando di gara ai nostri giorni, evidenziando, tra l'altro, il sistematico ricorso all'utilizzo del cosiddetto "sistema delle riserve", iscritte nel registro di contabilità per un ammontare pari a circa 1.4 miliardi di euro. Questo strumento avrebbe, di fatto, consentito al general contractor di recuperare i ribassi offerti in sede di aggiudicazione della gara d'appalto e, al tempo stesso, procurarsi ingenti risorse aggiuntive. Operazione che avrebbe fatto lievitare i costi alle stelle.
Le anomalie riscontrate sono state tutte attentamente scandagliate e da questa operazione è stato possibile, ad esempio, accertare che il general contractor iscriveva le prime riserve già a partire dall'11 dicembre 2006, cioè dopo appena due mesi dalla sottoscrizione del contratto d'appalto, che risale al 12 ottobre dello stesso anno; questa "manovra contabile" è continuata nel tempo, nonostante le favorevoli pattuizioni accordate, sin da subito, al general contractor.
Con il provvedimento notificato viene contestato un danno erariale quantificato in 253 milioni di euro, in quanto somme indebitamente riconosciute da Roma Metropolitane al general contractor Metro C, nell’"accordo transattivo" datato 8 giugno 2011, conseguente alla consistente mole di riserve iscritte.
Per la ricostruzione dell'articolato percorso, la Guardia di Finanza del Comando provinciale di Roma ha dovuto operare un’attenta analisi degli atti e ricostruire eventi, connessi tra di loro, collocabili anche in date antecedenti di anni agli accadimenti oggetto dell'indagine contabile; è stata, pertanto, operata una ricomposizione documentale che è partita dalla gara d'appalto, passando per l'aggiudicazione e la
sottoscrizione del contratto d'appalto, fino ad arrivare al momento dell'introduzione del giudizio arbitrale del mese di ottobre 2007.