Roma
Natale senza la voce dei figli. Domiciliari negati: Veneruso caso giudiziario
Arrestato a settembre, l'imprenditore Alberto Veneruso è ancora in carcere dopo aver pagato tasse per 10 milioni di euro. La moglie al sesto mese
di Claudio Roma
Arrestato a Latina lo scorso 30 settembre e rinchiuso nel “grand hotel Poggioreale” senza aver più contatti con la moglie, madre di due figli e in attesa del terzo, neanche per la classica telefonata natalizia. Telefonata negata anche per sentire la voce dei due piccoli. La vicenda dell'imprenditore Alberto Veneruso, 49 anni, titolare della Avioninteriors, la società che produce sedili per aerei e treni, diventa un caso giudiziario.
Soprattuto perché è accusato di false fatture e quindi di evasione fiscale, per la quale ha pagato oltre 10 milioni di euro chiesto dall'Agenzia delle Entrate, sulla scorta dell'impianto accusatorio.
A sollevare il caso Veneruso è il suo legale di fiducia, l'avvocato Alessandro Diddi che, dopo che per ben due volte è stata respinta la richiesta degli arresti domiciliari, sceglie affaritaliani.it per raccontare quella che egli definisce una storia “surreale e stupefacente”, una “recrudescenza nell'uso della custodia cautelare che nasce dalla riforma della legge 47 del 2015 e che vede due poteri contrapposti”, quello giudiziario e quello politico: “Non è un caso – sostiene il legale – che il capo dell'Anm sia un giudice di Milano (Piercamillo Davigo, ndr) che ha avuto un ruolo di primissimo piano in Mani Pulite”. Dunque – secondo Alessandro Diddi – l'esasperazione della custodia cautelare risponde a una precisa strategia”.
Avvocato Diddi, ma chi è Alberto Veneruso e di quali reati è accusato, tanto da impedirgli persino la telefonata di Natale con la moglie e i figli, attualmente ai domiciliari?
“E' un imprenditore che da tantissimi anni opera nel settore dei sedili degli aerei e dei treni e ha avuto diverse difficolta perché la concorrenza è stata tremenda. Però è riuscito a creare una nicchia di clienti che gli hanno consentito di operare sul mercato con una notevole penetrazione. Poi improvvisamente è arrivata questa inchiesta”.
Qual è la situazione familiare? E' vero che la moglie Giuseppina Pica è di fatto prigioniera in casa con due figli piccoli e un terzo in arrivo è le è stato negato qualsiasi contatto con l'eterno per diverso tempo?
“Sì è verissimo tutto questo ed è un trattamento veramente singolare che ha riservato la Procura della Repubblica di Latina a questa famiglia, peraltro nei confronti della signora Pica che in queste indagini e in questa inchiesta non ha nessuna voce in capitolo. Tenga conto che Giuseppina Pica non ha nessun ruolo nelle società e ha avuto l'intestazione da parte de marito - come peraltro potrebbe fare qualsiasi marito – di alcune quote delle società, visto che da poco che si è composto questo nucleo familiare, si sono uniti un anno e mezzo fa, e il marito ha voluto – come avviene spessissimo nelle migliori famiglie, intestare alla moglie una parte del patrimonio. La procura di Latina ritiene che questa intestazione costituisca reato”.
Avete più volte chiesto gli arresti domiciliari, perché sono stati negati?
“La signora si trova già ai domiciliari, invece Alberto Veneruso si trova a Poggioreale. Abbiamo chiesto un'attenuazione delle misure cautelari sia per Veneruso che soprattutto per la moglie che si trova al sesto mese di gravidanza in una situazione di quasi carcerazione e sono state rigettate sulla base di motivazione che, guardi, ritengo stereotipate, senza motivazione. E ci tengo a dire una cosa perché è bene che si sappia: ad Alberto Veneruso viene contestato di aver messo fatture per operazioni inesistenti per alcuni milioni di euro in un certo numero di anni. Noi riteniamo che queste fatture non siano inesistenti e che rispondono a determinate e ben precise regole di carattere economico, e ciononostante abbiamo voluto fare un passo indietro. Veneruso ha detto a sé stesso e ai suoi collaboratori che era tutto e regolare, siccome la Procura contesta operazioni annulliamo tutto quello che è stato fatto e recentemente è stato effettuato il pagamento delle imposte che sono state riconteggiate sulla base di queste fatture. Ebbene, nonostante questo atteggiamento e il pagamento dell'intero debito fiscale per oltre 10 milioni di euro, la Procura e il giudice per le indagini preliminari di Latina non hanno ritenuto di attenuare la misura cautelare. Ma la cosa ancora più stupefacente è che nonostante la documentazione di questi atteggiamento e del pagamento, l'ordinanza del Gip non contiene neanche un lontano riferimento a questo atteggiamento. E' una cosa che francamente stupisce, quasi che la custodia cautelare non sia rispondente ad effettive esigenze ma abbia una finalità meramente punitiva”.
Lei ritiene che questo sia un caso estremo?
“Guardi, lo ritengo in maniera intima e sincera un'applicazione della misura cautelare che a mio parere non ha nessuna ragione di essere adottata, quanto meno in queste forme così dure e rigorose. Per una donna che non ha nessun ruolo nelle aziende e di un uomo che ormai sono quasi tre mesi che si trova in carcere, nonostante la sua azienda sia in mano ad un management che la sta conducendo in maniera ineccepibile, perché c'è stata la Guardia di Finanza fino a una settimana fa e non ha potuto sollevare un solo rilievo bei confronti della Aviointeriors. Bene, di fronte a una situazione di conclamata regolarità, non comprendo come si possa applicare una misura cautelare. Tutto noi cittadini dobbiamo sapere che il il principio che governa il nostro ordinamento è che un cittadino al processo ha diritto di andare a piede libero e la ragione per cui si applicano le misure cautelari è soltanto laddove ci debbano essere dei pericoli che un anno fa il legislatore ha voluto che debbano essere attuali e concreti. Bene, io sfido chiunque di fronte ad un'azienda che è stata rivoltata dalla Finanza, senza trovare, irregolarità, a dire che c'è attualità e concretezza di reiterazione del reato, perché di questo stiamo parlando.”
Avvocato Diddi, Veneruso è nel carcere di Poggioreale. L'ultima volta che lo ha incontrato in quali condizioni psicologiche era?
“Sono condizioni che mi hanno molto colpito. L'uomo sa reagire e reagirà in maniera determinata, perché di fronte a quello che egli stesso ritiene sia un autentico sopruso mantiene e continuerà a mantenere la determinazione per difendersi. Certo questa custodia cautelare è una situazione che potrei trovare in decine di clienti, sono misure che sembrano avere un'altra funzione, quella di fiaccare la difesa. Il processo è fissato al 17 gennaio e meno di un mese con le festività e un detenuto che si trova a Poggioreale, tantissimi adempimenti devono essere posti in essere. Tutto questo è un modo per fiaccare la difesa e impedire alla difesa di poter predisporre le proprie attività”.
“Senta Diddi, al di là delle responsabilità che verranno accertate in sede processuale, ritiene che si sia un rischio occupazionale per i dipendenti della società Aviointeriors?
“Ecco, questa è una bellissima domanda ed è un'altra delle ragioni per la quale crediamo che non ci debba essere una misura cautelare. Lei ricordava prima che Albero Veneruso è imputato di bancarotta e la bancarotta presuppone il fallimento quindi per pote reiterare un reato di questo genere dovrebbe esserci il pericolo di un fallimento. L'azienda di Alberto Veneruso nonostante la fibrillazione dell'inchiesta , su fornitori e sul sistema bancario, per fortuna non sta correndo nessun tipo di rischio. Certamente le indagini in questo settore non sono prive di rilievi. Qui si potrebbero citare tantissimi altri esempi, purtroppo le inchieste giudiziarie hanno avuto un ruolo nella crisi che il nostro paese sta vivendo in questo periodo”.
I DOCUMENTI
- L'istanza di arresti domiciliari per Alberto Veneruso
- L'istanza di attenuazione delle misure cautelari per Giuseppina Pica
Dall'Alitalia all'Air India. Il genio Aviointeriors nasce negli anni '70
IL CASO GRAMAZIO ANCHE PER LUI NATALE SENZA FAMIGLIA