Roma

Nudismo, l'affare di Mafia Capitale. Le ruspe di Gabrielli a Capocotta

La mappa del litorale romano è destinata a cambiere sotto le scure dell'inchiesta Mafia Capitale: chioschi e affidamenti di Ostia passati al setaccio e anche la storica Oasi Naturista di Capocotto rischia di essere cancellata dopo essere finita in quella mappa degli orrori che emerga dalla relazione del Prefetto Gabrielli allegata al decreto del Presidente della Repubblica che scioglie il Municipio X e che riporta l’analisi della Commissione su procedure “di affidamento di appalti e concessioni di beni demaniali indiziate dalla presenza di soggetti criminali”.
La piovra di Mafia Capitale avrebbe messo il proprio 'cappello' sulla gestione delle spiagge libere di Castel Porziano, di Capocotta e di Ostia, sul servizio di potatura delle alberature e sulla pedonalizzazione del lungomare nell’estate del 2014 “Ostia mon amour” come persino sulla nuova sede del Gruppo X della Polizia Municipale.

Nella relazione che Gabrielli, ha inviato al Ministro dell’Interno Angelino Alfano lo scorso 8 luglio - consultabile sul sito della Gazzetta Ufficiale - si descrive la circoscrizione di Ostia come “profondamente inquinata e piegata alle esigenze delle diverse consorterie criminali” ed è presente in più passaggi il nome dell’ex Presidente del Municipio, Andrea Tassone, che avrebbe intrattenuto rapporti e connivenze con il branch economico di ‘mafia Capitale’, funzionali a far conseguire al sistema messo in in piedi da Buzzi e Carminati una serie di appalti pubblici.
Una rete criminale che, per ironia della sorte era arrivata anche nella sede della Polizia Municipale: il X Gruppo, attualmente ospitato in un immobile privato con un "contratto scaduto per il quale l'amministrazione versa un milione di euro l'anno,  nel 2014 era alla ricerca di un nuovo immobile, ma delle tre offerte presentate dopo il bando, ne veniva ammessa una sola. “Il Comandante della Polizia di Roma Capitale - che in maniera a dir poco singolare non era stato affatto coinvolto nella procedura - informato per caso della vicenda, evidenzia formalmente l'assoluta inidoneità dei locali, la cui superficie utile era di gran lunga inferiore a quella richiesta”. Ma nonostante tutto dal Dipartimento patrimonio del Comune c'è fretta nel stipulare il contratto.

A cadere sotto l'attenzione del prefetto è anche la gestione delle concessioni balneari della spiaggia di Capocotta affidata nel 1999 mediante procedura ad evidenza pubblica a 5 operatori per la durata di 10 anni rinnovabili di ulteriori 5: peccato che secondo quanto risulta a Gabrielli, oltre a “indiscriminati ampliamenti degli spazi assegnati”, i concessionari non avrebbero pagato i canoni dovuti.
Colpa del Comune che avrebbe chiesto solo ogni sei anni quanto dovuto ai concessionari, società che a loro volta si sarebbero opposte al pagamento presentando i conti delle manutenzioni straordinarie da calcolare a scomputo, “che tuttavia, ove effettivamente realizzate, risulterebbero comunque effettuate senza il preventivo assenso dell'Ente e dal medesimo non verificate, né ormai verificabili”.
E proprio tra le concessioni finite all'indice di Mafia Capitale finisce l'area naturista di Capocotta, nata nel 1999 dallo scorporo di una concessione e affidata a soggetti privati. A tenere sotto controllo la gestione dell'affare sarebbe stato l'uomo di fiducia di Salvatore Buzzi, l'imprenditore Mario Monge, finito agli arresti sempre nell'ambito dell'inchiesta 'Mondo di Mezzo'.
Per tagliare il marcio che si annida nell'affare delle concessioni il Prefetto di Roma Gabrielli propone di fare una vera e propria 'tabula rasa' e propone “l'adozione di misure volte ad eliminare il rapporto privatistico esistente relativo alla gestione dello spazio della spiaggia di Capocotta destinato all'area naturalista, spazio di proprietà demaniale, per il cui uso l'amministrazione capitolina non percepisce alcun canone”.

Capocotta non è l'unica concessione a finire sotto le attenzioni del Prefetto: per le spiagge libere di Ostia la procedura presenta una prima anomalia in relazione al numero dei partecipanti “tenuto conto della remuneratività dell'attività oggetto di affidamento.” Ora chioschi e sabilimenti balneari  lidensi dovranno essere ripuliti dalle ombre di una vera e propria infiltrazione mafiosa dalla commissiona straordinaria che per 18 mesi 'reggerà' il Municipio di Ostia sotto la guida del prefetto Domenico Vulpiani, la sua vice Rosalba Scialla e Maurizio Alicandro a cui spettano tutte le attribuzioni spettanti del consiglio municipale, della giunta e del presidente del Municipio, “nonché ogni altro potere ed incarico connesso”.