Nuovo colpo al "sistema" Fasciani, sequestrati beni per 20 mln di euro
Dieci giorni fa la sentenza di Appello che escludeva l'aggravante mafiosa per il boss
Bar, ristoranti, supermercati, quote societarie, cinque autovetture, 29 unità immobiliari, quote societarie e titoli finanziari, per un valore di 20 milioni di euro, ricondicibili a Carmine e Terenzio Fasciani, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza
Il clan di Ostia finisce ancora nel mirino di un maxi blitz delle forze dell'ordine. Le indagini dagli specialisti del G.I.C.O. del nucleo di polizia tributaria della Capitale e dal II Gruppo Roma, sono partire dal patrimonio informativo acquisito nelle due precedenti operazioni Nuova Alba (della polizia di Stato nel luglio 2013) e “Tramonto” (della Guardia di Finanza nel febbraio 2014).
I provvedimenti sono stati emessi dalla Sezione specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura - Direzione Distrettuale Antimafia.
Secondo le investigazioni, obiettivo del clan è stato quello di investire in attività (quali la ristorazione e la gestione di stabilimenti balneari e discoteche) che meglio e più velocemente si prestavano al reimpiego dei proventi illeciti: in tale quadro, hanno acquisito numerose realtà imprenditoriali, alcune di recente costituzione, strumentali al mantenimento economico ed una grave egemonia criminale. L’utilizzo di prestanome nelle società è stata una manovra di schermatura, al fine di celare l’effettiva riconducibilità delle attività imprenditoriali ai due fratelli.
In definitiva, è stato accertato come tutti gli investimenti societari individuati facessero capo ad un unico “centro di interessi occulto”, gestito da Carmine Fasciani, adeguatamente supportato dal fratello Terenzio.
Solo dieci giorni fa la Corte d'Appello di Roma che aveva condannato Carmine Fasciani a dieci anni di reclusione per associazione a delinquere, escludendo però l'aggravante mafiosa stabilita in primo grado.