Roma
Ostia, il clan Fasciani “inquina l'economia locale”. Maxi sequestro da 18 mln
Strategia dei “prestanome” per nascondere società usate per il riciclaggio di denaro sporco
Ostia, maxi sequestro delle Fiamme Gialle a due esponenti del clan mafioso Fasciani.
Otto società, una ditta individuale, 12 tra appartamenti e ville, un terreno, rapporti bancari postali, assicurativi e azioni: è un "tesoro" da 18 milioni e mezzo di euro quello confiscato dai finanzieri del Comando provinciale di Roma impegnati nell'operazione "Medusa" a due esponenti di spicco del clan Fasciani, attivo tra Roma e Ostia.
Le attività dei Fasciani hanno determinato "un vero e proprio 'inquinamento' dell'economia legale del litorale" romano. A sottolinearlo sono i finanzieri del Comando provinciale di Roma, che hanno dato scacco al clan eseguendo un decreto di confisca di beni per un valore di circa 18,5 milioni di euro.
Tale inquinamento - spiegano gli investigatori - e' stato "attuato sfruttando consapevoli 'prestanome' che sono stati posti formalmente a capo di numerose società operanti nel settore della ristorazione, della panificazione, della gestione di stabilimenti balneari e del divertimento notturno (comparti che meglio si prestano al reimpiego dei proventi illeciti), utilizzate come 'schermo' per celare il 'centro di interessi occulto' facente capo ai Fasciani".