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Roma
Pazzi per la pizza, ma non pigri. Italiani: viaggio tra stereotipi e fake

di Patrizio J. Macci

La definizione “italiani pizza e mandolino” resiste al cinquanta per cento nell'immaginario collettivo. Perché la pizza gli italiani la pensano (e la mangiano) di giorno e la sognano davvero la notte. Parola di ricercatore.

 

È quanto emerge dall’ultimo focus monografico dell’Almanacco della Scienza proposto dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle ricerche.Un ritratto che si propone di esaminare al microscopio alcuni luoghi comuni divenuti ormai veri e propri pregiudizi sulla popolazione italiana. Parecchi sono caduti come birilli all’analisi sul campo. Siamo uno dei popoli più longevi al mondo e questo si associa a una naturale idea di pigrizia. Niente di più falso, perché un team di studiosi dell'Università di Stanford negli Stati Uniti ha di recente pubblicato su 'Nature' una sorta di classifica mondiale dei Paesi più pigri nella quale, a sorpresa, l'Italia è risultata nella parte alta della graduatoria. Rimanendo sul tema agro-alimentare in maniera sorprendente contendiamo alla Nuova Zelanda lo scettro di esportatori di Kwii.

Per quanto riguarda i sogni il cibo la fa da padrone. Infatti è stato riscontrato sul campo da una recente ricerca Doxa/Deliveroo quanto gli italiani siano di buona forchetta anche ad occhi chiusi. Secondo un sondaggio una persona su due crea situazioni legate al cibo dopo essere stata sottoposta a un questionario e una su cinque lo fa in modo ricorrente. La pizza è l'alimento più gettonato, sognato dal 45% delle persone intervistate.

La nota stonata è che il paese della “cucina di mamma” invece è oramai un sogno del passato. Doxa e Unione italiana food dicono che passiamo ai fornelli meno tempo di inglesi, francesi e tedeschi, cioè i cittadini dei tre stati che assorbono il 36% del nostro export alimentare. La quota della giornata destinata alla preparazione va dal 44 al 47% per gli stranieri e scende al 34 per gli italiani. I manicaretti sono stati sostituiti almeno in parte dai cibi pronti o lavorati dal commerciante o dal produttore, quelli che si aprono e versano in pentola, che si scaldano al microonde o si consegnano a domicilio (ormai non solo pizze ma varie ghiottonerie e prelibatezze).

Conferma in un'intervista Nicola De Carne di Wi-Next, partner della Nielsen: il 50% degli italiani e l'87% dei maschi impiega a cucinare meno di mezz'ora al giorno. Gli acquisti di prodotti e ingredienti nei primi sei mesi del 2016, dati Coop, vedono in calo burro, latte, farina, in crescita spuntini e tramezzini saliti del 27,9%, zuppe pronte (del 45,2%), sushi e insalate lavate (nonostante il prezzo quadruplo rispetto a quelle da pulire); i pelati sono crollati al 10% dei consumi nazionali di prodotti lavorati, dal 50% degli anni '80, in parallelo al boom dei sughi pronti.Secondo i dati Nielsen aggiornati a giugno 2018, il numero di famiglie che acquista prodotti di IV gamma, ossia frutta, verdura e ortaggi freschi confezionati e pronti per il consumo, è cresciuto di circa 300 mila, toccando quota 19,6 milioni. Nel focus nulla si dice sul tipo di pizza sognato dagli italiani, forse perché come le squadre di calcio e gli allenatori ognuno possiede la propria ricetta ideale e unica e si rifiuta di svelarla.

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