Roma
Pd-M5S, il patto per il Campidoglio. "Un posto nella nuova Giunta"
La bomba esplode nel giorno della presentazione dei candidati alle primarie del centrosinistra per la corsa al Campidoglio. E' l'ex deputato dell'Italia dei Valori e ora senatore del Partito Democratico Stefano Pedica ad innescare la spoletta: "Da solo il Pd non può governare Roma, il 5 Stelle ci dia una mano. Se sarò sindaco ai pentastellati lascio l'assessorato all'ambiente e alla legalità". Una proposta choc che arriva al termine di una settimana di scontri durissimi sull'asse Orfini-5Stelle e che promette quantomeno di far discutere. "Visto che il patto del Nazareno ha funzionato penso ad un patto per il Campidoglio a Roma, allargando a tutti, anche arrivando ai 5 Stelle - spiega Pedica - il patto del Campidoglio serve perchè oggi nessuno ha la sfera magica per controllare l'incontrollabile, da parentopoli ad affittopoli".
Con un centrodestra ancora in stato confusionale, il 5 stelle impegnato nella scrittura del programma e Fassina alla ricerca di un abbraccio con l'ex sindaco Marino, le primarie del Pd scaldano la campagna elettorale di una primavera che si preannuncia bollente. Scoppiettante ma sobria, come annunciato dal segretario del Pd Lazio Fabio Melilli che ha imposto un tetto di spesa di 30.000 euro per i tre candidati "dem" Roberto Giachetti, Roberto Morassut, Stefano Pedica, e gli outsider Gianfranco Mascia (Verdi), Domenico Rossi (Cd) e Chiara Ferraro, ragazza affetta da autismo che 1.000 firme rappresenta un candidato di bandiera sociale.
La campagna elettorale durerà fino al 6 marzo, giorno in cui i romani maggiori di 16 anni potranno esprimere la loro preferenza. Allora si conterà l'effettivo peso di un partito uscito con le ossa rotte dall'amministrazione Marino e commissariato da Mafia Capitale.
"L'amministrazione non si fa con gli slogan, il mio sarà basta slogan". Così Roberto Morassut, arrivando all'incontro con gli altri candidati. Il tema del patrimonio, esploso in questi giorni, va anche oltre quello abitativo sul quale l'esercizio del rigore è fondamentale. L'uso strategico del patrimonio sarà, per chiunque diventerà sindaco, uno dei temi strategici. Un nuovo statuto per la città di Roma, più risorse, riequilibrio del bilancio comunale ed un uso strategico del patrimonio. "Queste le 4 priorità sulle quali mi muoverò". Così, Roberto Morassut, ha illustrato i principali punti legati alla sua candidatura alle primarie del centro sinistra per la corsa al Campidoglio. "Senza slogan" ha ribadito. "La prima priorità - ha continuato - non è amministrativa ma democratica: il comune non è più una macchina efficiente, occorre dare a Roma uno statuto diverso. Ci sono diverse proposte, io ne ho fatta una, si discuta, può essere una regione nuova, una città metropolitana con poteri speciali ma la discussione va avviata". E ancora: "C'è il tema delle risorse per Roma, che è cruciale - ha continuato - e che comporta una responsabilità della classe dirigente, risparmio, rigore e trasparenza, in questo c'è anche la vicenda degli affitti. Serve un rinnovato patto con lo Stato. Nel 2010 nella Legge di Stabilità si è fissata una norma che da 500 milioni di euro l'anno a Roma per pagare debiti, non 1 euro va ad investimenti, opere per servizi e manutenzione. Sono tasse dei romani, quella norma del 2010 va rivista". Dalle risorse ad un riequilibrio del bilancio comunale "che è dispersivo e questa condizione va invertita - ha spiegato Morassut - va ristrutturato. Si può fare di più anche con meno". Quarto punto, il tema del patrimonio "un uso strategico del patrimonio sarà, per chiunque diventerà sindaco, uno dei temi strategici".
"Sarò un candidato fuori dal controllo degli apparati, dei cementificatori e di chi vuole Roma ridotta così. Con me sindaco Roma cambia clima". Così il candidato alle primarie del centrosinistra per il Campidoglio, Gianfranco Mascia, portavoce romano dei Verdi. Tra i punti focali della candidatura di Mascia, "lo stop al consumo del territorio, con l'edilizia impiegata per la riconversione ecologica delle case, e progetti di agricoltura biologica". E ancora, di fronte a "una situazione con cassonetti strapieni di spazzatura", "con me sindaco si punterà sul porta a porta, per arrivare al 60% della raccolta". Mentre a livello di mobilità pubblica, "altro grosso problema", una proposta è quella di "poter attaccare le bici agli autobus", e sulla scuola dell'infanzia infine Mascia dice "no alle privatizzazioni, dev'essere pubblica e per tutti.
Trasparenza, legalità e sicurezza: sono queste le priorità di Domenico Rossi: "A questi temi si aggiunge il verde, le periferie, il commercio e tutto quello che può ridare alla città il rispetto che merita. Mi è stato chiesto perché mi candido. Lo faccio - ha aggiunto Rossi - proprio per dare seguito a quei principi di concretezza ed efficienza che hanno sempre caratterizzato la mia esperienza professionale. Desidero servire la mia citta' come ho servito il mio stato”.
"Queste non son le primarie del partito democratico ma - ha ricordato infine Rossi - sono le primarie del centrosinistra, alle quali io partecipo in rappresentanza di una fetta del popolo romano che non si sente parte e del Pd ma crede in questa sfida per il comune di Roma. È vero che, insieme a me, ci sono dei candidati molto più noti - ha concluso Rossi - ma la storia ci ha già i insegnato che Davide può vincere contro Golia e mi piace pensare di poter essere quel Davide".
I MUNICIPI.
Dopo la consegna delle firme da parte dei candidati del centrosinistra per la partecipazione ufficiale alle primarie, è partita anche la “sfida” nei municipi tra Roberto Morassut e Roberto Giachetti. E la maggior parte dei presidenti Pd dei Municipi hanno già le idee chiare: il 6 marzo voteranno Giachetti. "Ho incontrato Giachetti – ha dichiarato il presidente del III Municipio, Paolo Marchionne - e mi sembra che sia un'ottima candidatura per la città di Roma, per cui lo sosterrò”. Stessa opinione arriva da Cristina Maltese, minisindaco del XII Municipio: "Io appoggio la candidatura di Roberto Giachetti, una persona che stimo e che è iscritta al mio stesso circolo". Per Giammarco Palmieri (V Municipio) l’appoggio al vicepresidente della Camera nasce “dal suo approccio iniziale in campagna elettorale con la scelta, che mi è piaciuta, di partire dalle periferie estreme della città. Credo che per Roma questo sia un elemento fondamentale”. Stessa scelta per Daniele Torquati (XV Municipio). Anche Marco Scipioni, il presidente del VI Municipio, sceglie Giachetti: "Dobbiamo valutare ma credo che la mia maggioranza sia orientata su Giachetti". Anche il minisindaco del II Municipio, Giuseppe Gerace, non ha dubbi: "Voterò Giachetti". Il presidente Maurizio Veloccia invece ancora non ha assunto una posizione; dal suo staff spiegano: "Non si è ancora iscritto ad alcun comitato". Il presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, non ha voluto esprimere la sua posizione perchè "penso che dobbiamo lavorare non in termini di nomi ma in termini di costruzione della città. Dobbiamo lavorare per il Pd". Il presidente del XIV Municipio, Valerio Barletta, si è schierato per Morassut, mentre non è stato possibile raggiungere Andrea Santoro, presidente del IX, che era presente all'apertura della campagna elettorale dello stesso Morassut a Primavalle.