Roma

Processo rifiuti bis, Marrazzo si "salva". Sottile alla sbarra ma l'udienza salterà

Rischio prescrizioni e doppie udienze messe in calendario lo stesso giorno e alla stessa ora. Sul maxiprocesso ai rifiuti di Roma la giustizia sembra perdere la testa. Infatti è stata fissata all'11 marzo l'udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio degli indagati per "Monnezzopoli parte seconda", il nuovo fascicolo del pm Alberto Galanti che ha analizzato la rete di rapporti e appoggi che avrebbe favorito e consentito il business del “Supremo” Manlio Cerroni. Nelle carte ci sono nomi eccellenti, come quello dell'ex governatore Piero Marrazzo, dell'ex prefetto Goffredo Sottile, dell'ex presidente di Ama ed ex assessore di Walter Veltroni, Giovanni Hermanin, dell'ex capo di segreteria dell'assessore regionale ai rifiuti Paolo Di Paolantonio, Romano Giovannetti fino all'ex dirigente regionale Luca Fegatelli.
Qualora il giudice stabilisse il rinvio a giudizio, si profilerebbe un procedimento parallelo a quello principale che si sta svolgendo lentissimamente con il rito immediato. L'ultima udienza che si è tenuta giovedì 14 gennaio è stata aggiornata all'11 marzo. Ecco quindi il primo pasticcio: nella stessa data, infatti, si dovrebbe svolgere sia l'udienza del processo “madre” che quella preliminare. Cosa pressoché impossibile, tanto che con tutta probabilità uno delle due sedute verrà rinviata. Se non altro perché gli avvocati sono gli stessi e non possono presenziare a due udienze contemporanee
Poi c'è il secondo "pasticcio": alcuni dei reati contestati dalla Procura per questo secondo filone sono già ad un passo dalla prescrizione. Come quello per abuso d'ufficio e falso attribuito a Piero Marrazzo, che va in prescrizione il mese successivo a quello dell'udienza preliminare. Secondo l'ipotesi accusatoria, l'ex presidente della Regione Lazio avrebbe prolungato l'autorizzazione per il termovalorizzatore di Albano Laziale garantendo un illecito vantaggio a re di Malagrotta. In particolare, firmando in qualità di commissario straordinario ai rifiuti nell’ottobre 2008, quando cioè il suo mandato era ormai scaduto, il via libera alla società Colari, avrebbe permesso a Cerroni di mantenere il diritto ad alcuni incentivi pubblici.

IL PROCESSO CERRONI FINISCE IN CANTINA