Roma

Rifiuti, la resa di Raggi. Senza Cerroni a Roma apocalisse della monnezza

Maxi processo rifiuti, sentenza di primo grado prevista in autunno: 5 anni per un rito immediato

Emergenza rifiuti, Roma si arrende. In due anni di governo della città Virginia Raggi e i filosofi dei “rifiuti zero” non sono riusciti a dare una soluzione alla città se non quella di chiedere per l'ennesima volta aiuto al “ras” Manlio Cerroni per risolvere il problema del treno della vergogna parcheggiato per mesi al Salario.

E il “Grande vecchio” che compirà 92 il prossimo 18 novembre, vede confermare la sua profezia nella quale si autoindicava come “il salvatore di Roma” proprio grazie al pasticcio del treno abbandonato sui binari del Salario col suo carico di 700 tonnellate di rifiuti che verranno sì smaltiti nell'impianto di trattamento Tmb di via Salaria ma al prezzo di spostare la stessa quantità di rifiuti presso gli impianti di Malagrotta. Cioè di Cerroni.

Nella vicenda della spazzatura di Roma, val bene ricordare alcune date. Intanto il 2013: sindaco Ignazio Marino nei primi 100 giorni della sua sfortunata avventura il chirurgo dem decide di chiudere la discarica più grande d'Europa con un'ordinanza che lo farà passare alla storia, soprattutto perché da quel giorno Roma in assenza di impianti per lo smaltimento e il trattamento, è costretta a pagare a caro prezzo la transumanza dei rifiuti prima in altre regioni, poi addirittura all'estero.

9 gennaio 2014. All'alba Manlio Cerroni insieme ad altre 7 persone viene arrestato nell'ambito dell'inchiesta più eclatante della storia recente della città, più di Mafia Capitale e più della recente inchiesta sullo stadio della Roma. L'accusa è pesantissima: associazione a delinquere finalizzata la traffico di rifiuti. La Procura di Roma sceglie il rito immediato che porta alla prima udienza del maxiprocesso alla primavera del 2014.

L'ultima udienza del 2018 prima della pausa estiva – cinque anni dopo - si è tenuta lo scorso 20 luglio, quando il presidente del Tribunale Giuseppe Mezzofiore ha disposto l'ennesimo rinvio. Se ne riparlerà il prossimo 4 settembre alle ore 9,30 nella sala Occorsio ma non per la lettura del dispositivo della sentenza. Per quello bisognerà attendere ancora, magari il prossimo 18 novembre quando l'avvocato di Pisoniano festeggerà i suoi 92 anni e il processo immediato si avvierà al quinto anno.

Lo scaricabarile tra Comune e Regione.

Tra Nicola Zingaretti e Virginia Raggi è in corso una battaglia “quasi personale”. Il Comune sostene che la competenza è regionale, la Regione replica dicendo che è il Comune a dover individuare il luogo nel quale realizzare impianti di trattamento che consentano l'uscita dall'emergenza e pongano fine alla “sudditanza” dagli impianti di Cerroni. Si va avanti così con il Comune che nel frattempo affida all''Ama soluzioni avveniristiche e ordinando la crescita della raccolta differenziata.Tutte soluzioni al limite dell'esoterico, come dimostra l'ultima emergenza in ordine di tempo che ha visto Ostia Antica sommersa dai rifiuti nonostante il porta a porta.

Lo sconto sulla Tari
Oltre ai rifiuti ammassati in ogni angolo e con la ripresa post ferie, i romani si vedranno recapitare la bolletta della Tari sulla quale però pende un principio sancito dalla Cassazione: “Se la spazzatura non viene raccolta in modo regolare il Comune di Roma e l'Ama sono tenuti a rimborsare”. E basta rivolgersi al Codacons per ottenere il modulo che permette di chiedere e ottenere di pagare solo il 20 per cento della tassa nei casi in cui la raccolta non avviene in modo regolare e continuato. Praticamente sempre e in tutta la città”. Persino nelle isole ecologiche il servizio è a singhiozzo: sino al 27 metalli vietati e cassoni delle potature chiusi nei fine settimana.

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