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Roma
Risorse per Roma, i lavoratori ancora senza contratto: “Nessuna prospettiva”

I lavoratori di Risorse per Roma sono ancora senza contratto di servizio, per il terzo anno consecutivo. Per i lavoratori della partecipata mancano prospettive per il futuro: “Il prossimo contratto, che dovrebbe essere approvato a giorni, resterà in vigore fino al 31 dicembre del 2023 e poi si vedrà”.

A denunciare la cosa è l'Assemblea Permanente dei Lavoratori dell'Ufficio Condono (Apluc). “Per il terzo anno consecutivo - si legge in un comunicato dell'Apluc - i lavoratori e le lavoratrici di Risorse per Roma hanno celebrato il 1° maggio senza il nuovo contratto di servizio. L’ennesima proroga di quello vigente si inserisce in un quadro poco rassicurante”. Il sindacato ricorda che le risorse stanziate nel bilancio della città per Risorse per Roma non sono sufficienti a mantenere il budget attuale nel biennio 2024-2025. Tutto dipenderà, dice il sindacato, dall'aggiustamento del bilancio di maggio.

I problemi principali lamentati dai lavoratori

Innanzitutto c'è il problema delle condizione dell'edificio di via Decima: dal solaio a pezzi e da rifare alla manutenzione dell'impianto di condizionamento. Nonostante le tante promesse, ancora non si è fatto nulla.

C'è poi il problema della piattaforma telematica su cui lavorano gli operatori: il sistema speso non funziona ed è in manutenzione. E anche gli utenti lamentano frequenti anomalie e malfunzionamenti. soluzione. “La piattaforma telematica è gestita da una società esterna - spiega il sindacato - con la quale Risorse per Roma non ha alcun rapporto diretto, condizione che lascia i lavoratori in balìa di continui messaggi di errore e di rischi imprevedibili”.

I lavoratori agli sportelli sono spesso soggetti di intimidazioni, minacce, pressioni, insulti e anche tentativi di corruzione spesso denunciati ma rimasti impuniti. A questo si collegano i recenti fatti di cronaca che hanno coinvolti alcuni dipendenti dell'Ufficio Condoni.

Infine non c'è ancora stato un accordo per quanto riguarda lo smart working.

“Non ci faremo intimidire”

“Nessuno pensi che i paventati tagli al Contratto di servizio convincano il personale - si legge infine nel comunicato - a più miti consigli, ad esempio a rinunciare al lungamente atteso e non più rinviabile riconoscimento professionale: ci sono lavoratori che aspettano da anni l’adeguamento dei loro stipendi alle mansioni effettivamente svolte e che finalmente qualcuno si ricordi di loro. Il riferimento è naturalmente ai lavoratori dell’Ufficio Condono, ma anche a tutti i colleghi impiegati in incarichi di responsabilità senza alcun meccanismo di premialità, oppure ai lavori sottoinquadrati rispetto alle loro professionalità e costretti a lavori dequalificanti ma necessari a rispondere alle esigenze del Committente”.

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