Roma

Roma maionese impazzita. Ama ko, Metropolitane chiuse e botte ai politici

Rissa furibonda davanti la sede di Roma Metropolitane. La polizia forza il blocco dei dipendenti e Stefano Fassina travolto finisce in ospedale

In appena mezza giornata si consuma il delirio amministrativo di Roma: si dimette presidente Cda di Ama in contrasto col sindaco e, dopo appena due ore, salta anche l'amministratore unico di Roma Metropolitane, che lascia per protesta contro la liquidazione della società che avrebbe dovuto cambiare il volto del trasporto romano e progettare le tre funivie tanto care al sindaco di Roma, Virginia Raggi.

E l'atto di liquidazione di Roma Metropolitane si conclude con una rissa che vede ferito e ricoverato in ospedale il consigliere comunale di Leu, Stefano Fassina.

Oltre le botte e gli spintoni che prima dell'ora di cena del martedì della follia hanno portato Fassina e i due sindacalisti Alberto Civica e Natale di Cola ad essere medicati, si è così consumata la “vendetta del Movimento Cinque Stelle” contro i poteri forti: l'Ama rea di essere da sempre assoggettata a Manlio Cerroni ora rischia la paralisi e il commissariamento. Roma Metropolitane la società di scopo nata nel 2004 come soggetto tecnico e stazione appaltate per la metro B1, la C e la progettazione di altri sistemi di trasporto, nella “mente grilina” è stata sempre accusata di soggezione nei confronti del general contractor Metro C spa composta da Vianini, Astaldi, Cmb di Carpi e Consorzio Cooperative Costruzioni, indicata nel furore giustizialista come l'unico responsabile degli extracosti della Linea C.

In un sol colpo, il Comune stellato si riprende il controllo completo dei lavori delle metropolitane e predispone la sostituzione definitiva dei due monopolisti dei rifiuti: l'Ama per la raccolta e Cerroni per trattamento. Il cerchio si chiude lasciando Roma nel baratro dell'immobilismo.

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