Roma
Roma mette il turbo sull'idrogeno: rifiuti e energia, Cnr spara la bomba green
Entro il 2027 sulla via Anguillarese sorgerà l'impianto per la produzione, l'accumulo e il trasporto del gas. Digerirà 200 mila tonnellate l'anno di rifiuti
La scommessa di Roma sull'Hydrogen Valley nella piattaforma del Centro Ricerche di La Casaccia, alle porte della città è praticamente vinta. Produzione, trasporto, e accumulo del gas a inquinamento zero, già finanziati con 14 mln di euro dall'Ue, passano alla cassa e portano via altri 194 mln a fondo perduto per lo sviluppo dell'impianto.
L'Hydrogen Valley seppur ancora sotto forma di progetto rilancia la Capitale nel settore dello studio e della ricerca, grazie alla piattaforma polifunzionale di Enea, che ha progettato il primo incubatore tecnologico per lo sviluppo della filiera nazionale per la produzione, il trasporto, l’accumulo e l’utilizzo di idrogeno, puntando su ricerca, tecnologie, infrastrutture e servizi innovativi.
Nextchem si aggiudica 194 mln di contributo a fondo perduto
E dopo la prima tranche di fondi, la Nextchem, società controllata da Maire Tecnimont, nell’ambito del progetto europeo denominato "IPCEI Hy2Use", si è aggiudicata un contributo di 194 milioni a fondo perduto per lo sviluppo dell'impianto waste-to-hydrogen. Il contributo verrà erogato durante il periodo di costruzione dell’impianto. Le prossime fasi riguardano l'avvio dell'attività progettuale e di tutta la permessistica necessaria, in modo da garantire l'entrata in funzione dell'opera nella prima metà del 2027, come previsto dal finanziamento europeo.
Ecco cosa si produrrà sull'Anguillarse
Nella fase iniziale si prevede la produzione di 1.500 tonnellate/anno di idrogeno e 55.000 tonnellate/anno di etanolo. La produzione di idrogeno crescerà in funzione dell’evoluzione della domanda, fino a 20.000 tonnellate annue, riducendo proporzionalmente i volumi di etanolo.
Utilizzate ogni anno 200 mila tonnellate di rifiuti
La tecnologia proprietaria di Nextchem, sviluppata dalla propria controllata MyRechemical, permetterà di utilizzare come materia prima 200.000 tonnellate/anno di rifiuti solidi non riciclabili, dando così un contributo anche alla chiusura del ciclo dei rifiuti romani attraverso un processo di conversione con una riduzione significativa delle emissioni totali di CO2.
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