Roma

Roma, monumento al degrado: il Gazometro fa gola alla speculazione edilizia

Il Municipio Roma VIII ci prova, Ciaccheri: "Per il Gazometro pensiamo ad un progetto di rigenerazione urbana”

di Silvia Tarquini

Il Gazometro spegne 81 candeline tra rifiuti, sterpaglie e accampamenti abusivi. La storica struttura simbolo dell’archeologia industriale romana è completamente abbandonata a sé stessa, in attesa che qualcuno avvi una gigantesca opera di speculazione edilizia.

Negli anni la politica si è riempita la bocca con idee altisonanti come la costruzione del Museo della Tecnologia o di un polo culturale per i giovani del quartiere Ostiense, che si sono rivelate solo propaganda. Tutte le petizioni al Mibact e le iniziative, più o meno lodevoli, sembrano essere cadute nel dimenticatoio.

Il Gazometro viene considerato il terzo Colosseo di Roma, ma del fasto dell’Anfiteatro Flavio al momento c’è ben poco. In Europa ai suggestivi spazi industriali abbandonati viene offerta una seconda possibilità: le aree industriali dismesse vengono riconvertire con successo diventando il centro nevralgico delle varie comunità. Nella vicina Germania, l’ex gazometro di Oberhausen è stato adibito a gigantesco centro espositivo. Nei dintorni sono stati realizzati il maggiore acquario tedesco, un luna park, un’arena, uno shopping center e una promenade con ristoranti, bar e discoteche. Tutto questo a Roma sembra essere un’impresa impossibile con lo spettro delle speculazione alle porte.

Per il nostro Gazometro un progetto di riqualificazione è necessario. Lasciato alla mercé del tempo e delle intemperie, il rischio di arrivare al deperimento definitivo della struttura non è un’ipotesi così azzardata. Anche i residenti del quartiere hanno paura che la struttura venga demolita: non essendo zincata, è infatti esposta all’erosione.

L’ Italgas, proprietaria dell’impianto, si limita alle opere di manutenzione ordinaria. “Recentemente, nell’ambito di un puntuale programma di bonifica, sono state effettuate le opere di verifica e consolidamento della struttura gasometrica - spiega ad affaritaliani.it la società di distribuzione gas - nei prossimi anni l’attività verrà completata con la verniciatura del manufatto che eliminerà anche gli sporadici e superficiali segni di ossidazione oggi visibili”.

Oltre a preservare la struttura, che piani ha il Comune per il Gazometro e l’intera area circostante lasciata in evidente stato di degrado? Al momento niente in programma, anche se dalle parole del neo eletto presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri, possiamo scorgere una speranza: “Ci siamo insediati da poche settimane ma presto faremo una richiesta al Dipartimento di Progettazione e Attuazione Urbanistica e al Dipartimento delle Attività Culturali - afferma Ciaccheri - serve un investimento importante dal punto di vista dell’accessibilità dello spazio. Se verranno investite delle risorse per la bonifica dell’area, potremmo cominciare a capire con Italgas come immaginare un progetto di rigenerazione urbana. La Centrale Montemartini ad esempio è un’eccellenza del patrimonio museale romano e prospetta un modello di valorizzazione importante dell’area in termini culturali”.

“Una piccola iniziativa che ci prendiamo in carico di risolvere già dai prossimi mesi sarà quella del collegamento tra il Lungotevere, e quindi il Ponte della Scienza, con Ostiense - continua lo speranzoso presidente - Progetto fattibile creando un corridoio all’interno dello spazio che possa connettere i due versanti del quadrante in modo tale da attirare nuovamente l’attenzione della pubblica amministrazione sull’area dismessa”.

Gazometro: l'ultimo sussulto vitale con Veltroni, nella "pazza notte bianca"