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Roma
Roma nel caos dei rifiuti: sul rogo infinito di Malagrotta bruciati 250 mln

In piena emergenza rifiuti a Roma, accade anche questo: ci si emoziona perché il generale dei Carabinieri Giuseppe Valdalà commissario dal 2017 per le discariche, il ministro Pichetto Fratin, il presidente della Regione Lazio, Rocca e il sindaco Gualtieri annunciano al mondo intero la “chiusura di Malagrotta”, presentando i bandi di gara con cui verranno “bruciati” 250 milioni di euro.

L'enfasi con cui le istituzioni annunciano l'annuncio già dato decine di volte lascia senza parole ma l'obiettivo è quello di occupare almeno per un giorno i media con una “buona notizia” invece che con le classiche immagini e video che descrivono una città in costante emergenza sanitaria per i quintali di rifiuti a terra. Obiettivo riuscito? Forse, perché chi conosce bene Malagrotta e la sua storia di 40 anni non può dimenticare il prezzo che tutta Italia dovrà pagare per questa operazione di chiusura che altro non è che una bonifica ambientale prevista sin dalla nascita della “buca di Roma”.

La storia del “capping”

Nel 2007 fu presentato alla Regione Lazio il progetto di chiusura, tecnicamente chiamato “capping” che prevedeva non la creazione di una collina bonificata dalle acque reflue e dal pericolo di formazione di sacche di biogas, con relativo recupero del “percolato” che avrebbe trasformato l'intera zona in un parco, sulla scorta di quanto fatto a New York, dove sotto Central Park giacciono milioni di metri cibi di rifiuti regolarmente inertizzati. Il progetto fu superato nel 2011 quando in piena emergenza, il commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, autorizzò altri 250 mln di metri cubi di rifiuti da conferire per evitare che Roma sprofondasse sotto i rifiuti.

Autorizzato dalla Regione Lazio il progetto da 122 mln

Cosi l'allora gestore E-Giovi controllata da Manlio Cerroni predispose un nuovo progetto per inertizzare la super collina dei rifiuti, al costo di 120 milioni di euro circa. E il nuovo progetto viene approvato dalla Regione Lazio il 3 dicembre del 2018. Quindi c'era già tutto: una visione su come trasformare Malagrotta, un progetto tecnico e il via libera.

Il raddoppio dei costi, ecco come è nato

Quello che accade dopo è storia: l'arresto di Cerroni, l'inchiesta sui rifiuti, i processi e anche il commissariamento della società di gestione E-Giovi che, per volontà del Tribunale di Roma, viene affidata ad uno sconosciuto commercialista di Napoli, Luigi Palumbo che, pur avendo in tasca un progetto approvato da 122 mn di euro, decide di dare un nuovo incarico alla società Technital Spa che redige un nuovo progetto definitivo dal costo di 250 mln di euro. Il doppio.

Ora la base di gara decisa dal Commissario del Governo Valdalà è giusto di 250 milioni di euro, esattamente quanto previsto dal commercialista napoletano che oltretutto se da una parte “chiude” dall'altra annuncia che il calvario di Malagrotta non è finito, poiché non appena le indagini sul rogo dell'impianto di Trattamento Biologico Meccanico, saranno chiuse, intende ricostruirlo.

Per gli appassionati dei flussi di denaro, ecco nel dettaglio i due bandi di gara licenziati dal Commissario di Governo:

A)     lavori per la realizzazione della nuova cinturazione (c.d. sistema a Polder) di contenimento ed isolamento della discarica di Malagrotta.

STIMA IMPORTI: Importo complessivo dell’appalto integrato: €. 89.341.421,46 (di cui €. 87.856.360,22 per lavori a corpo ed €.1.485.061,24 per progettazione esecutiva).

B)     lavori per la realizzazione della copertura impermeabile e dell’impiantistica utili all’esecuzione della chiusura della discarica esistente nel rispetto di quanto previsto alla lettera a) del c.1 dell’art. 12 del testo integrato del D.Lgs. 36/03, della discarica di Malagrotta (c.d. capping provvisorio, emungimento del percolato e captazione del biogas).

STIMA IMPORTI: importo complessivo dell'appaltoImporto complessivo dell’appalto integrato: € 123.450.799,34 (di cui €. 122.090.553,43 per lavori a corpo ed € 1.360.245,91 per progettazione esecutiva) – oltre IVA e cassa previdenziale come per legge.

Capping Malagrotta, Cerroni contro il commissario: “Ha raddoppiato i costi”

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