Roma tra i rifiuti: Cerroni e il Colari denunciano l'ex Ad di Ama Fortini
L'ex ad di Ama e la rivincita del patron di Malagrotta: “Ha tentato un'estorsione”
"Le impietose immagini della capitale d'Italia sommersa da cumuli di rifiuti" e "le cronache dei giornali sull'incapacita del Comune di Roma, tramite la sua municipalizzata, di fronteggiare l'ennesima situazione di emergenza" hanno un unico responsabile: l'ex presidente di Ama Spa, Daniele Fortini”.
E' quanto si legge in un esposto-denuncia che la dirigenza di Colari, il Consorzio Laziale Rifiuti, ha presentato oggi alla Procura di Roma attraverso l'avvocato Alessandro Diddi ipotizzando i reati di tentata estorsione aggravata, inquinamento e disastro ambientale. Una mossa giudiziaria che fa il paio con quella intrapresa da Manlio Cerroni, ex patron della discarica di Malagrotta tramite Diddi, ha querelato Fortini per diffamazione in relazione a quanto dichiarato in Ecomafie più di un mese fa.
Secondo le accuse, “E' lui ad aver "sicuramente e deliberatamente gettato le basi per determinare la crisi della raccolta dei rifiuti presso il Comune di Roma in quanto, pur consapevole della assoluta indispensabilità per garantire un efficiente servizio dell'impianto di tritovagliatura di Rocca Cencia", reso necessario anche alla luce della chiusura della discarica di Malagrotta, "ha in tutti i modi tentato di boicottarlo".
Stando al documento sottoposto all'attenzione dei pm di piazzale Clodio, "dopo circa tre anni di lavorazione giorno e notte dei rifiuti, Fortini con una serie di pretesti ha dapprima contestato i debiti (per oltre 80 milioni di euro, ndr) che erano dovuti a Colari in base ad accordi contrattuali; quindi ha tentato di imporre condizioni contrattuali assolutamente inaccettabili e, poi, vista comunque la disponibilità del Colari di non privare responsabilmente la città di Roma di un impianto essenziale per la gestione dei rifiuti, ha deciso di non sfruttare l'impianto con l'unico effetto prevedibile, quello di lasciare marcire i rifiuti per strada".
Secondo i denuncianti, non potendo far fronte agli ingenti debiti maturati negli anni con Colari, Fortini avrebbe cercato di rivedere i termini del contratto in scadenza nel settembre del 2015, "con comportamenti deliberatamente vessatori". Ma, "non essendo riuscito prima della scadenza del contratto a portare Colari a un tavolo delle trattative", lo stesso presidente dell'Ama avrebbe posto le basi per cercare di imporre le sue nuove condizioni per la prosecuzione dell'utilizzo del tritovagliatore di Rocca Cencia, "inviando strategicamente anche alla Procura di Roma le sue farneticanti considerazioni".
Insomma, Fortini - e' scritto nella denuncia - "stava organizzando una prova di forza con Colari, nella assoluta consapevolezza che, laddove questi non fosse sceso a patti, ed i patti erano quelli da lui imposti, la città di Roma sarebbe comunque collassata sotto i suoi rifiuti per la semplice ragione che se i compattatori di Ama non sanno dove depositare l'indifferenziato gli operatori della municipalizzata sono costretti a lasciare la spazzatura per strada".
Quanto a Cerroni, attualmente sotto processo per la gestione illecita dei rifiuti solidi e urbani a Roma e nel Lazio, la sua denuncia fa riferimento all'intervento in Ecomafie di Fortini secondo cui sarebbe riuscito "nel febbraio 2016, assieme all'ingegner Filippi a spegnere i conferimenti a quegli impianti", aggiungendo che "il tritovagliatore di Rocca Cencia è un imbroglio denunciato all'Autorità Giudiziaria nell'estate 2015 e che ho cominciato a contestare dopo quattro mesi che ero arrivato a Roma" e che "quell'impianto non doveva stare li'".
Per Cerroni "queste dichiarazioni di Fortini, la' dove insinuano che il tritovagliatore non avrebbe dovuto essere realizzato nel luogo in cui esso stato costruito; che Colari avrebbe procurato imbrogli e raggiri; che l'impianto fu realizzato a Rocca Cencia con una serie di artifizi e raggiri; che il prezzo di conferimento dei rifiuti, statuito in 175,00 euro/ton sarebbe avvenuto con modalità illegittime tanto da giustificare la trasmissione dell'intero dossier alla Procura, sono totalmente destituite di ogni fondamento".