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Roma
Sanità, Nas nelle sedi della guardia medica notturna. “L'80% sono malridotti”

I Carabinieri del Nas stanno passando a setaccio, in questi giorni, le sedi della guardia medica notturna di Roma e delle province.

 

Sotto osservazione lo stato delle strutture che ospitano i medici durante le ore di servizio e le modalità operative. I militari dell’arma hanno fatto sopralluoghi nelle sedi di Fiumicino, Ladispoli, Cerveteri ma anche in due postazione della provincia di Rieti. Di ogni visita è stato redatto un verbale consegnato ai vertici dell’Azienda sanitaria interessata. Gli accertamenti sembra siano partiti dalla segnalazione di presunti disservizi, relativi soprattutto allo stato di fatiscienza della quasi totalità delle sedi ospitate spesso in locali non a norma.

Sotto osservazione anche le modalità di svolgimento del servizio da parte dei medici. In vari casi, secondo decisioni formali assunte dalla Asl territoriale il servizio di guardia medica notturna viene svolto direttamente dal domicilio del medico purché la sua abitazione si trovi in un area baricentrica rispetto alla zona da servire e tale da garantire la visita a domicilio al massimo entro 35 minuti. Accordi di questo tipo sono stati siglati in quasi tutte le Asl del Lazio proprio per ovviare alla fatiscienza delle sedi.

La rete è attualmente composta da 53 studi notturni, non aperti al pubblico, dove il medico di notte attende di intervenire su chiamata della Centrale operativa del 118. Secondo il dottor Aldo Sotira responsabile Fimmg Lazio (Federazione medici di medicina generale), dei medici di continuità assistenziale “l’80 per cento dei locali destinati ad ospitare i medici di notte sono malridotti, spesso privi di adeguate misure di sicurezza, alcuni sono semplicemente impraticabili, altri necessiterebbero di urgenti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria".

Questi sono i luoghi di lavoro di circa 620 medici, tanti sono nel Lazio quelli che assicurano la copertura assistenziale dopo il tramonto e nei week end dalle 10 di sabato. Si tratta della metà dell’organico previsto dalle norme nazionali e che nel Lazio prevede, per realizzare la copertura ottimale, quasi il doppio dei medici attuali. Loro sono quelli che arrivano di notte direttamente a casa per la visita a domicilio. Spesso quando la situazione è molto critica. Spesso sono giovani, spesso donne. Sono i medici nei confronti dei quali si sono registrati nell’ultimo anno il maggior numeri di aggressioni proprio perché nessuna delle sedi è protetta da un qualche dispositivo di allarme e difesa.

"Ben venga l’indagine dei Nas- aggiunge il dottor Sotira - perchè cosi il problema si porrà in modo definitivo all’attenzione dei vertici aziendali e della Regione che sarà cosi indotta ad affrontare il tema delle precarie condizioni di lavoro cui è costretto a funzionare il servizio notturno e realizzare un modello che superi la logica delle sedi e adotti modalità operative più adeguate a tutela del cittadino e della dignità dei medici. Per questo occorre che si apra la piu presto un tavolo di confronto in Regione per ridefinire le regole d'ingaggio del servzio e restituire serenita al lavoro dei medici”.

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