Roma
Separate a Roma due gemelle siamesi. Ervina e Prefina commuovono l'Italia
La neurochirigia fa miracoli al Bambino Gesù: intervento da record su Ervina e Prefina due gemelle siamesi centrafricane unite dal cranio
Separate due gemelle siamesi posizionate nuca contro nuca con in comune la scatola cranica e gran parte del sistema venoso. Dopo un anno di preparazione, al Bambino Gesù si festeggia una intervento da record, l'ultimo di una serie alle quale nel tempo le due bimbe sono state sottoposte per farle vivere.
L'ultimo, la separazione definitiva, il 5 giugno scorso, con un'operazione di 18 ore e l'impegno di oltre 30 persone tra medici e infermieri”. A un mese di distanza le bambine “stanno bene, hanno appena compiuto 2 anni e sono ricoverate nel reparto di Neurochirurgia in due lettini vicini, una accanto all'altra, insieme alla loro mamma. Hanno superato operazioni difficilissime, le ferite impiegheranno del tempo a rimarginarsi e il rischio di infezione è ancora presente”, avvertono i sanitari.
I controlli post-operatori “indicano che il cervello è integro. Il sistema ricreato funziona, il flusso di sangue si è adattato al nuovo percorso. Si trovano in una condizione - spiegano i medici del Dipartimento di Neuroscienze - che darà loro la possibilità di crescere regolarmente sia dal punto di vista motorio che cognitivo, e di condurre una vita normale, come tutte le bimbe della loro età.
Per affrontare il caso di Ervina e Prefina “bisogna studiare ogni aspetto, pianificare il minimo dettaglio”, ha sottolineato il team del Bambino Gesù. “Con questo obiettivo, è stato formato un gruppo multidisciplinare composto da neurochirurghi, anestesisti, neuroradiologi, chirurghi plastici, neuroriabilitatori, ingegneri, infermieri di differenti aree specialistiche e fisioterapisti”, ricostruisce il Bambino Gesù. Poi “viene coinvolto il Comitato Etico che condivide un percorso terapeutico che possa dare a entrambe le bambine le stesse chance di qualità della vita. Sulla base dell'esperienza maturata con i precedenti casi di siamesi separati con successo, l'équipe del Bambino Gesù mette a punto il programma”.
“Nel corso dei mesi anche le gemelline vengono preparate alla separazione - ricordano i medici - con la neuroriabilitazione raggiungono un livello di sviluppo cognitivo e motorio analogo a quello delle loro coetanee; con l'ausilio di numerosi sistemi posturali, che le aiutano a trascorrere le giornate nella migliore posizione possibile, affrontano le complesse fasi del trattamento; con il sistema di specchi imparano a riconoscere il volto e le espressioni dell'altra e a stabilire una relazione visiva”. Prima di procedere con le fasi chirurgiche, il complesso caso delle gemelline di Banguiè stato presentato e discusso anche a livello internazionale, a Nuova Delhi, in India, dove nel febbraio 2019 si è tenuta la prima conferenza mondiale nel campo della chirurgia dei gemelli siamesi.
La storia di Ervina e Prefina
Dalla Repubblica Centrafricana a Roma per 'separarsì. È la storia di Ervina e Prefina, le gemelline siamesi unite per la testa operate all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nel luglio del 2018 la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, era in missione in Centrafrica, nella capitale Bangui, per seguire i lavori di ampliamento della struttura pediatrica voluta da Papa Francesco. È lì che incontra le due gemelline appena nate e decide di farsene carico, portandole a Roma, per dare loro maggiori possibilità di sopravvivenza, ricostruisce il Bambino Gesù.
Le due bimbe hanno tante cose in comune, ma non la personalità: Prefina "è giocherellona e vivace, Ervina più seria e osservatrice", precisano i sanitari che le hanno assistite. Sorelle 'unite ma diversè. "Ervina e Prefina erano venute alla luce pochi giorni prima, il 29 giugno, nel centro medico di Mbaiki, un villaggio a 100 chilomentri da Bangui. Nessuna indagine prenatale: la mamma Ermine e i medici scoprono che si tratta di una coppia di gemelle siamesi solo al momento del parto cesareo. Il piccolo centro sanitario, però, non è attrezzato per prendersene cura, così la famiglia viene trasferita nella capitale centrafricana". Quindi il viaggio a Roma.