Sgozzato e tenuto in vita per gioco. Accoltellato al cuore dopo le torture
"In passato avevo avuto un momento in cui avevo l'intenzione di far del male a qualcuno. Non so come questa idea sia maturata tra me e me". Così Manuel Foffo nel corso dell'interrogatorio svolto con il pm Francesco Scavo per convalidare l'arresto del reoconfesso dell'omicidio commesso insieme a Marco Prato a danni di Luca Varani, il ragazzo di 23 anni ucciso in un appartamento al quartiere Collatino venerdi mattina durante un festino a base di cocaina e alcol. "Anche se ho avuto il pensiero in passato - aggiunge - è rimasto tale e non ho mai pensato che potesse concretizzarsi. Non mi ritengo capace di aver fatto quello che ho fatto".
Sarebbero almeno due i ragazzi che, nelle ore precedenti all'uccisione di Luca Varani, avrebbero incontrato Marco Prato e Manuel Foffo nell'appartamento di quest'ultimo, al decimo piano di una palazzina in via Igino Giordani. La circostanza è emersa dall'interrogatorio dello stesso Foffo. "Io e Marco -ha raccontato Foffo, rispondendo alle domande degli inquirenti- abbiamo deciso di trascorrere del tempo insieme, da mercoledì scorso, nel mio appartamento, ma non siamo stati sempre soli". Scendendo nel dettaglio, il ventinovenne studente di giurisprudenza, ha poi aggiunto: "Ricordo ad esempio che è venuto anche un mio amico di nome Alex, che avevo conosciuto mesi fa in una pizzeria sulla Tiburtina. Quando è venuto a casa eravamo sotto l'effetto di cocaina ma mantenevamo la lucidità. Invece uando è venuto Luca, sia io che Marco eravamo provati dall'uso prolungato di cocaina e quindi non più lucidi". Sempre nelle ore precedenti all'omicidio di Varani, Foffo ha affermato di aver incontrato -sempre in compagnia di Prato- una altro amico di nome Giacomo.
L'AUTOPSIA. Intanto dall'autopsia emergono i dettagli horror di una notte di follia. Il 23enne sarebbe infatti stato sgozzato ma tenuto ancora in vita fino alla coltellata al cuore che ha provocato la morte. Una fine orribile riservata ad ragazzo che ha pagato con la vita l'aver accettato l'offerta di 100 euro per partecipare ad un festino a base di sesso, alcol e cocaina. Gli inquirenti ritengono che i ripetuti tagli alla gola siano stati fatti per non far gridare Varani. Il colpo di grazia è stato quello di una lama conficcata nel petto che solo il medico legale ha potuto rimuovere dal cadavere in sede di autopsia.
L'ORRORE NEI VERBALI. Nel verbale dell'interrogatorio, Foffo dice di aver ucciso Varani "utilizzando due coltelli e un martello. Entrambi abbiamo partecipato all'omicidio utilizzando le armi citate. Ricordo di aver utilizzato il coltello per colpire Luca al collo. Anche se non ricordo bene, credo di averlo compito anche in altre parti del corpo. Non lo abbiamo mai colpito contemporaneamente. Ricordo solo che la morte è sopravvenuta dopo molto tempo e Luca ha sofferto molto". Il giovane spiega che "sia io che Marco eravamo molto provati dall'uso prolungato di cocaina e quindi non più lucidi": i due, infatti, da mercoledì 2 marzo hanno "più volte chiamato lo spacciatore che ci portava la sostanza. Non so essere preciso sui grammi acquistati, ma posso quantificare in circa 1.500 euro il denaro speso".
"La mattina del 4 marzo Marco ha mandato un messaggio WhatsApp a Luca. Eravamo in sala attorno al tavolo. Ricordo però che prima di questo evento, siamo usciti in macchina e ricordo che avevamo il desiderio di fare del male a una persona qualsiasi. Questa cosa è maturata nelle nostre menti nella notte di giovedì. Quando eravamo in macchina non abbiamo portato a termine la nostra intenzione di fare del male a una persona in quanto non abbiamo trovato nessuno. Lo avremmo forse fatto se avessimo trovato quella persona". Quindi, quando Varani è arrivato a casa, "c'è stato quasi un tacito accordo tra me e Marco".
Dopo avergli versato un medicinale nel bicchiere, "Luca è andato in bagno e si è sentito male. Qui Marco lo ha aggredito e ricordo che gli ha detto che sia io che lui avevamo scelto che lui doveva morire".