Roma
Stadio Roma, la Gdf in Campidoglio. Danno erariale, indaga la Corte dei Conti
La Guardi di Finanza sequestra i parerei secretati su Tor di Valle: sull'ipotesi della maxi causa di Parnasi, indaga la Corte dei Conti
Stadio Roma, terremoto in Campidoglio. Se la Procura ieri ha fatto un passo indietro archiviando il procedimento per abuso d'ufficio, ora è la Guardia di Finanza che vuole vederci chiaro sul procedimento urbanistico per Tor di Valle e ha bussato al Comune per acquisire gli atti che erano stati secretati.
Nel mirino ci sono gli incartamenti sulla Conferenza dei Servizi e il progetto in generale, ma anche la sintesi della “due diligence” avviata dal sindaco Raggi dopo la raffica di arresti per il primo filone dell'inchiesta e che era stata resa pubblica. Poi c'è l'atto più importante, il parere chiesto all'Avvocatura del Comune che conterrebbe la strada per chiudere l'affare Tor di Valle senza che il Comune possa essere trascinato in una causa milionaria. E stavolta ad indagare non è la Procura ma la Corte dei Conti che vuole valutare se dietro il comportamento del Comune che avrebbe ignorato il parere si possa configurare per l'Amministrazione un danno erariale.
La battaglia tra Raggi e il Tavolo della Libera Urbanistica
Ma lo Stadio di Tor di Valle è anche il teatro di una battaglia interna al Movimento, tra grillini e simpatizzanti della rima ora del governo Raggi e il sindaco. In particolare la guerriglia è tra Raggi e il Tavolo della Libera Urbanistica che dopo l'archiviazione per abuso d'ufficio e il posto “esultante” del primo cittadino, ha replicato con durezza alle accuse di essere un “piccolo gruppo di ex attivisti locali del M5s”.
L'accusa di Sanvitto: "I magistrati scrivono: "C'è una evidente violazione di legge"
A parlare è l'architetto Francesco Sanvitto che replica al sindaco: “Da nessuna parte è stato scritto che "E’ stata adottata una procedura ordinaria nell’iter amministrativo per la realizzazione dello stadio".. Anzi, nella prima ordinanza del Giudice c'è scritto: "occorre approfondire la sussistenza e le eventuali ragioni di una evidente violazione di legge" e nell'attuale decreto di cui Raggi è orgogliosa vi è la motivazione : "Appare evidente che una questione di interpretazione che coinvolge la stratificazione di normative eterogenee e di difficile interpretazione quale quella in esame non lascia spazio alla sussistenza del dolo intenzionale richiesto dall'articolo 323 del codice penale, o quantomeno rende ardua la prova del medesimo". La conclusione è un nuovo atto d'accusa: “La norma della legge sugli stadi è stata violata, ma il PM non ha ravvisato che vi fossero motivi per individuare la "intenzionalità" del dolo. Praticamente Raggi opera a sua insaputa e stravolge le norme del diritto urbanistico”. E dopo la visita della Finanza in Campidoglio, il Tavolo della libera urbanistica rincara la dose: “Ieri abbiamo appurato che la mancanza del rispetto della legge sugli stadi non ha creato vantaggi ne alla Raggi nè ad altri e qui si ferma la magistratura penale. Poi c'è quella che controlla, non i vantaggi personali, ma il danno economico causato alla collettività ed ora vedremo se, come dice la Raggi :"Il passaggio in consiglio comunale per approvare definitivamente il progetto stadio fu rimandato proprio per consentire a chiunque fosse interessato, compresi coloro che mi hanno accusato, di proporre le proprie deduzioni" L'aver saltato questo passaggio non abbia causato un danno alla collettività”.
La battaglia sul nuovo stadio non è finita.