Roma
Stupro a Roma, parla la vittima di Borgese: "Non ho avuto paura di denunciare"
Ha avuto coraggio a denunciare la violenza subita. E non lo nasconde. La studentessa violentata da Simone Borgese racconta la notte da incubo
Ha avuto coraggio a denunciare la violenza subita. E non lo nasconde. La studentessa violentata da Simone Borgese, già noto per episodi analoghi avvenuti anni fa, non si nasconde e tira fuori tutto il coraggio che ha dentro per raccontare cosa le è capitato.
"Non mi sono pentita di aver denunciato perché era la cosa giusta da fare e il prima possibile".
A Villa Bonelli
La giovane subito dopo la violenza è stata lasciata a Villa Bonelli. Ha preso un treno e si è confidata con due ragazze che l'hanno vista sconvolta. "In quel momento io non avevo ben in mente che cosa fare ma sapevo solo che volevo starmene a casa e stare in un posto tranquillo - ha aggiunto - Sono state queste due ragazze che mi hanno aiutato a venire qui in questura a denunciare".
Il racconto
"Mi ha manipolato - racconta la giovane - mi ripeteva che non lo stavo aiutando, mi sono fidata e ho sbagliato". E ancora: "E' stato veramente un attore, un manipolatore. Non sarei mai salita sulla macchina di uno sconosciuto. Non sono stata abbastanza lucida per la situazione che si era creata, vedevo le macchine ferme da un lato e dall'altro della strada, il traffico, lui con lo sportello aperto"
Aveva già colpito lo stesso giorno di 9 anni fa
Simone Borgese, il 39enne arrestato per violenza sessuale aggravata con l'accusa di aver abusato di una studentessa l'8 maggio scorso a Roma, aveva già colpito l'8 maggio del 2015. Quel giorno era salito sul taxi della vittima, una donna di 43 anni, in via Aurelia prima delle 7 e si era fatto portare in viale Pescina Gagliarda. Lì ne aveva abusato e poi l'aveva rapinata.
La Procura voleva il carcere: era ai domiciliari
Il gip di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per Simone Borgese, l'uomo arrestato dalla polizia con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una studentessa a Roma. I pm capitolini avevano chiesto il carcere per Borgese, che aveva finito di scontare una condanna a sette anni e mezzo di carcere per violenza sessuale, compiuta sempre l’8 maggio, nel 2015, ai danni di una tassista. Il giudice ha invece concesso i domiciliari al 39enne.
Salvini e la Lega: "Serve castrazione chimica"
"Orribile. Chi compie atti così efferati, violenti e disumani, oltretutto recidivo, merita certamente il carcere, ma non basta. Rivolgo un un appello ai parlamentari di ogni schieramento affinché votino la proposta presentata dalla Lega a tutela, in particolare, di donne, ragazze e minorenni: castrazione chimica per stupratori e pedofili". Lo scrive su Facebook il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito alla vicenda di Simone Borgese, l'uomo arrestato, a Roma, dalla Polizia di Stato, con l'accusa di violenza sessuale aggravata per avere abusato di una studentessa, lo scorso 8 maggio, sempre nella Capitale. Il 39enne si era già reso protagonista di un episodio simile, l'8 maggio del 2015, e venne condannato.