Roma

Tamponi drive-in, l'inferno al Forlanini: 100 auto in coda prima dell'apertura

Martedì alle 8:50, 10 minuti prima dell'inizio dei test, al drive-in adiacente allo Spallanzani la fila arrivava fino a via Portuense. Romani disperati

Tamponi drive-in: nel giorno in cui la Regione Lazio ammette il caos code infinite e lancia la sperimentazione della prenotazione online, al drive-in del Forlanini per i romani si registra una nuova giornata infernale, con ben 100 auto in fila alle 8:50 ovvero 10 minuti prima dell'apertura della struttura.

Un'odissea è quella che i cittadini si vedono costretti a vivere per poter effettuare il tampone al drive-in adiacente allo Spallanzani. Quando i medici hanno dato il via ai test, martedì mattina le auto partivano da piazza Forlanini e percorrevano tutta via Bernardino Ramazzini fino ad arrivare a via Portuense.

Per poter evitare di passare la giornata in fila per effettuare il tampone, i romani sono stati costretti ad alzarsi di notte e a recarsi al drive-in di notte. “Sono arrivato qui alle 6:30 ed ho conquistato la terza posizione – racconta Marco B., 45enne romano in fila per il test con la moglie dopo che la settimana scorsa è stato a pranzo con il cognato risultato positivo –. Non è bello che la gente debba alzarsi di notte fonda per poter fare un tampone. Ora si parla di prenotazione, speriamo che abbia successo perché così è infattibile”.

Al momento dell'apertura, alle ore 9, alla centesima macchina in coda c'è Barbara, segretaria in uno studio ingegneristico: “Spero di tornare a casa per cena – dice ridendo – perché ho un cane ed un gatto che mi aspettano. A parte gli scherzi, la situazione è insostenibile perché non va bene che io mi sono dovuta prendere un giorno di ferie per poter fare il tampone. Questa era però l'unica soluzione, quante ore di permesso avrei dovuto prendere sennò? Va trovata una soluzione differente a questa. Confido in quella dei tamponi negli studi di medicina generale”.

Caos tamponi: Regione Lazio ci mette una toppa. Prenotazioni on line. Forse