Traffico illecito di rifiuti ospedalieri: dieci a processo per truffa
La società classificava il materiale sanitario contaminato come non pericoloso
Mescolavano siringhe, flaconi, medicinali, garze e altri strumenti ospedalieri contaminati ai rifiuti non pericolosi, per gonfiarne il peso e moltiplicare i propri guadagni ai danni di sei ospedali laziali.
Sono dieci gli indagati dalla Direzione Distrettuale Antimafia con l’accusa di traffico illecito, truffa aggravata e frode in pubbliche forniture, ritenuti membri di una vera e propria associazione a delinquere a capo dello smaltimento dei materiali di scarto sanitari.
La banda, tutta interna alle società incaricate della gestione degli scarti degli ospedali di Frosinone, Cassino, Rieti e ai policlinici Umberto I e Casilino di Roma, consegnava presso un’azienda del frusinate, ingenti quantitativi di flaconi di medicinali, interamente o in parte ancora pieni, misto a cannule per flebo, aghi, deflussori, guanti in lattice sporchi di sangue, classificando il tutto come “non pericolosi”.
Gli scarti, poi, venivano ammassati in un unico camion che invece avrebbe dovuto contenere esclusivamente flaconi in vetro, e che poi rilasciava percolato sull’asfalto durante il trasporto. Il tutto al fine di gonfiare il peso dei rifiuti caricati dagli ospedali e intascare guadagni enormi ai danni della Asl di Frosinone.
Al Policlinico Umberto I, la società era arrivata ad arrogarsi il diritto di smaltimento di scarti di competenza di Ama e non oggetto del contratto d’appalto, per ottenere anche in questo caso maggiori guadagni illeciti, ai danni della Asl di Roma. Gli investigatori, guidati da dal procuratore aggiunto di Roma, Rodolfo Sabelli, e dal sostituto procuratore di Frosinone, Barbara Trotra, hanno notificato agli indagati sanzioni per un totale di 500 mila euro.
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