Roma
Tre assessori del Pd mollano. Follia Marino: "Vado avanti da solo"
Via Esposito, Causi e Rossi Doria. Il Pd molla Ignazio Marino che ora resta solo al comando di una nave ormai al naufragio. L'ordine di scuderia di Matteo Renzi e del commissario Pd, Matteo Orfini si è fatta sentire nel corso della Giunta convocata per discitere del Giubileo e che invece si è trovata di fronte a "Scontrino Capitale".
Ma secondo fonti accreditatte la linea del sindaco sarebbe quella di andara avanti da solo e di proporre alla città una nuova Giunta Marino, senza Sel e senza il partito che attraverso le primarie lo ha portato in Campidoglio.
Il suo destino è comunque appeso alle decisioni di Matteo Orfini. L'unico modo per Marino di restare in sella, dunque, è verificare se ha ancora una maggioranza: in Campidoglio con i consiglieri e presidenti di municipio, da Orfini gli assessori ancora non dimessi. Ovviamente, fanno sapere fonti del Campidoglio, se dal Pd nazionale e da Orfini venisse meno la fiducia potrebbe venire meno anche quella dei consiglieri ancora convinti di continuare. E Marino sarebbe costretto a fare un passo indietro.
LA CRONACA DELLA GIORNATA
MATTINO. L'ordine di scuderia sarebbe partito dalla Camera dei Deputati dopo una serie di telefonate incrociate tra i "maggiorenti" delle correnti romane del Pd e il commissario Matteo Orfini. E gli assessori Pd hanno risposto al partito con il classico obbedisco. Poi contrordine, notizia falsa. In ogni caso è finita l'avventura del chirurgo dem alla guida di Roma. Marco Causi, Maurizio Pucci e persino Stefano Esposito e Alfonso Sabella avrebbero consegnato al sindaco l'ultimatum: "Ignazio non possiamo andare avanti. O molli tu, oppure noi ti lasciamo e rimani solo al comando".
Dietro la mossa a sopresa della prima mattinata sembra ci sia la mano diretta del premier Matteo Renzi che, per salvare l'immagine del partito avrebbe convinto persino Goffredo Bettini sull'esigenza di staccare la spina al sindaco di Roma. Questo il commento amaro riferito da una persona delllo staff del premier: "Marino è ormai finito e se ce una speranza di risalire a Roma dobbiamo mandarlo via. Diversamente ci porterà alla rovina".
Poi invece è arrivata la smentita almeno dall'assessore Esposito in piazza del Campidoglio. Si attende a questo punto che il sindaco torni a parlare. La fibrillazione è altissima.
SEL STACCA LA SPINA
Riunione del gruppo Sel in Campidoglio. "Confermiamo che siamo di fronte a una situazione grave, si è eroso il rapporto di fiducia tra sindaco e città. Salvo cose clamorose, ovvero notizie diverse da quelle che abbiamo appreso, chiediamo un passo indietro del sindaco Ignazio Marino". Lo dice il capogruppo di Sel in Campidoglio Gianluca Peciola.
I "BLINDATI" IN CAMPIDOGLIO
Per ora la ressa è solo quella di cronisti, operatori televisivi e fotografi davanti al Campidoglio, all'ingresso di Sisto Quarto e al cospetto della Lupa capitolina. Le voci di possibili dimissioni del sindaco Ignazio Marino indotte da quelle che si accingerebbero a presentare i componenti della sua giunta non hanno ancora infatti innescato quella curiosita' nei romani che forse ci si attendeva. Per cui adesso quei turisti, specie stranieri, che ignari di tutto cercano di salire verso il Campidoglio, si ritrovano davanti uno sbarramento di polizia che sta diventando sempre piu' massiccio, al punto che vengono anche schierati dei mezzi blindati. Sono state anche collocate delle transenne, e tutti i cronisti e operatori costretti a stare al di la' delle stesse. "Motivi di ordine pubblico", l'unica risposta che si sente dire dal personale della polizia contattato sul posto. E adesso diventa anche piu' complicato per i turisti arrivare dai Fori imperiali in direzione del Campidoglio.
SCADUTO L'ULTIMATUM DELLE 16
Era il termine ha fissato da Sel per le dimissioni. Poi avrebbe presentato una mozione di sfiducia.
SI RISALDA L'ASSE PD-SEL
Matteo Orfini, commissario del Pd di Roma, e Paolo Cento, segretario romano di Sel avrebbero concordato una linea secondo la quale, o Marino si dimette immediatamente, o i gruppi consigliari sfiduceranno Marino in aula Giulio Cesare.
SOSPESA LA GIUNTA
Escono gli assessori del Pd mentre la seduta di Giunta è stata sospesa. Il sindaco sembra sempre più intenzionato a resistere.
ROSSI DORIA PUNTUALIZZA
"Non ho usato la parola dimissioni, ho fatto una riflessione chiedendo a tutti se, dato che siamo in democrazia, c'e' o meno una maggioranza per governare e questa riflessione e' ancora in corso. Il mio papa', sentaore della Repubblica, mi ha insegnato che si governa con le maggioranze. Ma bisogna sapere se c'e' o no perche' c'e' stato un grande lavoro e quindi bisogna capire se c'e' la maggioranza che sostiene questo lavoro". Cosi' l'assessore alle Politiche sociali, Marco Rossi Doria, lasciando il Campidoglio.
SI DIMETTE ANCHE L'ASSESSORE DI LIEGRO
Anche l'assessore al Turismo di Roma Capitale, Luigina Di Liegro, ha comunicato l'intenzione di dimettersi al primo cittadino della Capitale.
SLITTA ALLE 17 L'INCONTRO PD-SEL
Salvo un nuovo cambio di programma, si vedranno intorno alle 17 Paolo Cento, coordinatore Sel Roma, e Matteo Orfini, commissario del Pd romano. Un incontro, originariamente fissato per 15.30 e poi slittato, in cui Cento riferirà la posizione di Sel emersa durante la segreteria convocata alle 14. "Il giudizio che viene fuori dalla riunione è chiaro. Riteniamo che Marino debba fare un atto di responsabilità: rassegnare le dimissioni e, ovviamente, dare spiegazioni alla città. In assenza di un gesto responsabile, Sel sta valutando di presentare atti in consiglio, mozioni politiche", ha affermato il coordinatore di Sel. Alla domanda se l'intenzione sia quella di presentare una mozione di sfiducia propria o appoggiare quella di altri partiti, Cento ha risposto che la posizione di Sel è "chiara e autonoma".
SFIDUCIA "ARMA FINALE"
Il Pd, nel caso il sindaco Ignazio Marino si dimostrasse intenzionato a resistere a oltranza alla richiesta di dimissioni, è pronto a presentare una mozione di sfiducia sulla quale far convergere il voto delle altre forze politiche in assemblea capitolina. Fonti dem descrivono la mozione di sfiducia come una sorta di "arma finale" per disarcionare il primo cittadino.
5STELLE PRESENTA MOZIONE DI SFIDUCIA
Il Movimento 5 Stelle rompe gli indugi. "Visto che non se ne va abbiamo presentato una mozione di sfiducia contro Marino" scrive il consigliere pentastellato Marcello de Vito.