Roma
Un giorno in bici nella savana urbana. Da viale Angelico, 19 km di foresta incolta
L’Associazione Robin-Hood questa settimana, se ne è andata in bicicletta per vedere e fotografare le cose che non vanno nella nostra città. Ed ha preso la pista ciclabile che da viale Angelico, dopo 19 chilometri porta a Castel Giubileo, snodandosi lungo il bordo del Tevere. L’unica cosa ottima è l’asfalto che è stato rifatto per una buona metà del percorso – spiega Riccardo Di Carmine, un giovane che ha condotto con un gruppo di suoi coetanei dell’Associazione Robin-Hood il reportage su questa pista ciclabile – ma per il resto ci sono molte cose che non vanno. Innanzi tutto la sicurezza. In certi punti le protezioni laterali in legno, in prossimità dei luoghi più pericolosi (alcuni tratti sono sopraelevati rispetto alle strade più in basso) sono crollate.
Le colonnine per le chiamate di pronto soccorso non funzionano. E purtroppo sarebbe stato necessario chiamare un aiuto per un incidente che si è verificato lungo il tragitto. Infatti causa l’invasione delle canne e dei rovi la larghezza delle pista si riduce al punto che due bici si sono scontrate per la scarsa visibilità.
Inoltre nei luoghi dove la pista attraversa le strade di adduzione ai vari stabilimenti o ai club lungo il fiume esse sono piene di buche e la presenza della pista in concomitanza con la strada per le auto non è sufficientemente segnalata agli autoveicoli. Inoltre non vi sono che pochissimi cestini (ne abbiamo contati tre e tutti stracolmi) – aggiunge Riccardo –, le zone d’ombra hanno scarse panchine (anche divelte), mentre esiste solo una fontanella lungo il percorso. Infine la pista è buia, almeno nel tratto maggiormente più lungo che si snoda fuori città, mentre sarebbe bello fosse illuminata per goderne anche di notte in estate.
La 15esima puntata. Milioni per un parcheggio inutile. Cornelia, costa troppo: chiuso