Roma
“Via i disonesti dal Campidoglio”. Purga a 5 Stelle: il piano per Roma
Di Patrizio J. Macci
La data per l'atterraggio sul pianeta Roma, cioè le elezioni per il Campidoglio, si avvicina e le stelle del Movimento salgono su un'astronave che fa sbarcare i suoi astronauti della politica in avanscoperta a Testaccio. In uno dei quartieri storicamente "rossi" della Capitale all'interno della "Città dell'Altra Economia" i grillini presentano il Movimento e il suo funzionamento sollecitati dall'associazione "Carte in regola". È un un pomeriggio invernale che assomiglia più alla primavera per la temperatura esterna, ma con le foglie dei platani rinsecchite ammucchiate sui marciapiedi del lungotevere e un po' ovunque che nessuno rimuove da giorni.
Il tema è la politica trasparente, ma niente programmi elettorali scritti con il ciclostile e nessuno spazio alle domande specifiche sull'amministrazione della città, sul funzionamento del partito (anzi del Movimento) e del suo rapporto con il "nazionale".
Sul palco ci sono Federica Daga (deputata), Marcello De Vito (ex consigliere capitolino), Gianluca Perilli (consigliere Regione Lazio), Virginia Raggi (ex consigliere capitolino), Enrico Stefàno (ex consigliere capitolino).
C'è un numero per inviare sms che viene messo a disposizione per spedire le domande in tempo reale, ma viene annunciato che organizzare l'incontro ha presentato non poche difficoltà per la peculiarità dei pentastellati; quindi non si accettano domande stringenti sulle elezioni per il futuro sindaco della Capitale
Eleonora Guadagno, consigliera del Quinto Municipio, ha preparato delle diapositive che illustrano come iscriversi e diventare militanti per filo e per segno in maniera didascalica: il procedimento dal basso, come vengono scelti i candidati ecc, la votazione on line.
Poi il blog di Beppe Grillo e il "non statuto", la presentazione è come il bugiardino di una medicina: si va dal "micro" al "macro" dai gruppi di lavoro fino alle candidature politiche. Le Commissioni devono essere rigidamente "open" così come le riunioni a ogni livello. Nessun muro tra i cittadini e il movimento.
De Vito ribadisce che, come da statuto, il movimento non diventerà mai un partito, nessuna gerachia ma totale orizzontalità annuisce Stefàno.
Perilli sottolinea la fluidità che ha la forma movimento nei confronti del partito, con la mission di mostrare ai cittadini cosa c'è dentro le istituzioni.
"Come spiegare i risultati del lavoro svolto all'elettorato per non cadere nella trappola del partito chiuso in se stesso e incomprensibile?" È la prima saetta che parte verso gli oratori.
Il Movimento -rispondono quasi in coro- pensa di mettere on line gli obiettivi con un cronoprogramma e tante caselle da colorare: quando gli impegni vengono raggiunti si colorano le caselle oppure vengono fornite spiegazioni nel caso di blocchi del processo.
Recuperare risorse economiche per Roma e metterle a sistema questo è l'imperativo sostenuto da tutti e tre gli ex Consiglieri Comunali Marcello De Vito, Virginia Raggi, Enrico Stefàno.
Mettendo mano ai fitti passivi, alla macrostruttura, valorizzando i dirigenti della macchina amministrativa più onesti.
La riunione prosegue con l'esposizione dei due anni e quattro mesi dell'attività svolta in Campidoglio, tabelle e grafici che celebrano quanto è stato fatto.
Il Movimento che raccontano i grillini, non è un partito, non è un'ideologia; al suo interno nessuno viene lasciato indietro e i cittadini non connessi "quelli che non hanno accesso al web" possono sempre incontrare nel municipio di residenza i candidati.
Il programma elettorale sarà il più possibile condiviso, come è stato per le esperienze passate: dai cittadini oppure dai Comitati di quartiere, ogni proposta viene rielaborata e poi sottoposta al vaglio degli iscritti. Non c'è una riga di storytelling in quanto viene presentato durante l'incontro.
Ma sui nomi e cognomi e tutto viene rinviato a una prossima puntata, nella quale i Cinquestelle dovranno scoprire finalmente le proprie carte sul tavolo, presentando i candidati e un elenco di obiettivi da realizzare a un uditorio che comincia a innervosirsi e rumoreggia per avere "un Grillo da mette a cavallo der Marcaurelio".