Roma

Virginia Raggi costruttore. A Santa Palomba scende in campo Legambiente

Come anticipato da Affaritaliani.it, anche Legamabiente si schiera contro il progetto della Raggi: “Fare case a Santa Palomba è una follia”

Nuovi problemi per il progetto di Virginia Raggi costruttore che prevede nuove case in piena zona industriale di Santa Palomba. Dopo lo scontro avvenuto con la base M5S, anticipato da Affaritaliani.it, il progetto sbatte contro lo scoglio Legambiente che è pronta alle barricate pur di evitare la “folle” nuova colata di cemento.

 

Associazioni, comitati, consiglieri di maggioranza e opposizione e responsabili della Regione Lazio, amministrazioni comunali del territorio, oggi, tutte insieme, si sono dati appuntamento presso la Sala Mechelli del consiglio Regionale per contrastare il progetto di una nuova colata di cemento a Santa Palomba, nell’area più meridionale del Comune di Roma, 10 km fuori dal GRA ma prossima ai comuni di Albano, Pomezia e gli altri comuni dei Castelli.

Come anticipato da Affaritaliani.it, il progetto prevede l’edificazione di 1.000 appartamenti in palazzi che ospiteranno oltre 4.000 abitanti di Roma. Nel maggio 2018 ad opporsi al progetto fu il “Tavolo della Libera Urbanistica” che aveva definito il progetto di housing sociale una “speculazione, ghettizzazione e distruzione dell'Agro romano. Circa 4.000 abitanti insediati a lato della zona industriale di S. Palomba ed a fianco delle trasmittenti del Vaticano su onde medie e lunghe. Invece di recuperare la città dove è degradata nelle periferie qui si va oltre la periferia e lo chiamano 'generazione urbana'... Case che nessuno comprerebbe mai se on avessero fior di finanziamenti. Soldi usati per riempire le tasche di chi ha i terreni e per escludere dalla vita civile i poveri Cristi che vi andranno ad abitare”.

“Il progetto edilizio di Santa Palomba è una follia e lo contrasteremo con forza – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio –. La sindaca di Roma addirittura, racconta questo come un progetto esemplare su come si fa la rigenerazione delle periferie, peccato che nell’area non ci sia nessuna periferia e con il loro progetto, la terra lascerà spazio a nuovo cemento. Siamo in piena area altamente antropizzata dei comuni confinanti con Roma, sui quali ricadrà tutto il peso trasportistico e sociale di un progetto così pessimo. Oltre a tentare di mascherare con housing sociale la nuova edilizia, la Capitale lo fa, andando a ricadere unicamente sul territorio di altri comuni; se c’è un evidente filo conduttore che lega insieme i decenni della politica romana, è la speculazione edilizia, la cementificazione e il consumo di suolo, di certo la giunta attuale dimostra ancora volta l’assoluta e agghiacciante continuità del Campidoglio con l’edilizia devastante dei decenni passati”.Nell’incontro Legambiente ha ricordato che a Roma il consumo di suolo nel 2018 ha battuto ogni record con i 75 ettari consumati, peggior dato in Italia; ma anche che il consumo di suolo dell’area è gravemente più alto della media nazionale: nel comune di Pomezia il suolo cementificato è il 26,2%, Albano 27,1%, Aprilia 14,3%, Genzano 20,5%, Castel Gandolfo 11,5%, Ariccia 25,6% e Roma 23,23%, la media nazionale dei comuni italiani è 7,64%. Anche lo stato in cui si trova la FL4 Roma-Velletri non sembra essere efficace per la nascita di nuovi quartieri: la ferrovia che dovrebbe supportare la mobilità dei 4.000 nuovi abitanti dell’area, con stazioni però lontane chilometri e chilometri dal nuovo quartiere, viene percorsa da treni lenti a tal punto da essere i più lenti del Lazio con meno di 30 km/h di media.

“Chiediamo che il Comune di Roma abbandoni questo folle progetto edificatorio e percorreremo insieme a tutti i soggetti oggi presenti, ogni strada possibile per fermarlo. Ci sarebbe tanta edilizia abbandonata da rigenerare veramente nelle mille periferie romane e invece qua si prende un’area completamente libera e verde e la si trasforma in un nuovo cemento, in barba all’adattamento del territorio nei confronti dei mutamenti climatici che dovrebbe essere il principio fondamentale per ogni amministrazione; invece - conclude Scacchi -il Campidoglio fa, a Santa Palomba l’esatto contrario, trasformando un’area verde in un’area grigia, dove non ci sono mezzi pubblici, servizi, dove le strade sono già intasata e il rischio idrogeologico può solo aumentare”.

All’incontro erano presenti sindaci e amministratori dei comuni limitrofi, le associazioni e i comitati del territorio, i consiglieri Bonafoni, Cacciatore e Ognibene, la responsabile regionale contratti di Fiume e piccoli Comuni Cristiana Avenali, Nicola Passaretti presidente del circolo “Il Riccio” di Legambiente.

Virginia Raggi costruttore. A S. Palomba il tradimento dell'urbanistica M5S