Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
FONDI PER POLITICA PARTECIPATIVA, PESCA E DONNE, NUOVI TALENTI SARDI E TURISMO
Start up Blueat, cinque giovani con soluzioni per il granchio blu e le specie aliene

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: non ci sono iniziative europee per una politica più partecipativa e su cosa verterà l’evento europeo che lei aveva già menzionato per avvicinare i politici ai temi scientifici in modo che facciano scelte più oculate?  Maria Pinto

Risposta: sulla politica partecipativa ci sono diversi progetti cofinanziati dalla Commissione europea. Inoltre c’è presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea un apposito “Centro di competenza sulla democrazia partecipativa e deliberativa”, con il compito di fornire strumenti, risorse, ricerca e metodiche per sviluppare capacità e buone pratiche nel campo della democrazia partecipativa e deliberativa ai diversi livelli di governance nell'UE. Poi c’è l'iniziativa dei cittadini europei (ICE) che è un importante strumento di democrazia partecipativa all'interno dell'UE, grazie alla quale un milione di cittadini residenti in un quarto degli Stati membri può invitare la Commissione a presentare una proposta di atto giuridico ai fini dell'attuazione dei trattati dell'Unione. Da quando è applicabile il regolamento del 2011 che stabilisce le procedure dettagliate relative all'ICE, sono state presentate con esito positivo nove iniziative alla Commissione. Dal gennaio 2020 si applicano nuove norme per rendere l'ICE più accessibile. Tra i progetti cofinanziati segnalo ad esempio il progetto europeo “Governance Enhancement for Cohesive Societies” (GEtCoheSive) con dodici organizzazioni pubbliche e private di Italia, Austria, Germania e Slovenia, cofinanziato dal programma Interreg Central Europe con quasi tre milioni di euro. Iniziato nella primavera 2023 avrà una durata di tre anni, nel corso dei quali le organizzazioni coinvolte cooperano per mappare le esperienze di governance partecipativa in quattro città (Berlino, Parma, Vienna e Lubiana) e per progettare e realizzare nuove pratiche di democrazia deliberativa e partecipativa attraverso la mediazione di organizzazioni del terzo settore che sono parte del partenariato. Se secondo gli Aristotelici in un certo qual modo la politica era la “scienza che studia la vita degli uomini in collettività”, di sicuro non ci possono essere scelte politiche di qualità senza il supporto di dati e conoscenza, lo abbiamo constatato con il covid-19. La Commissione europea da sempre elabora studi e dati, dossier su vari temi che sottopone agli europarlamentari e che, di solito, leggono i loro collaboratori estraendone dei dati ad hoc. “I dati scientifici sono importanti per le decisioni politiche e noi, con il nostro centro studi, ne forniamo spesso ai politici italiani ed europei su vari temi; sviluppiamo su temi di salute, welfare, pensioni dei dossier con dati sulle pensioni in Italia e negli altri Stati europei, forniamo dati su tematiche scientifiche  pure per migliorare la qualità di vita degli over 65. Siamo stati anche diverse volte in audizione presso politici e presso varie commissioni di politici italiani e al parlamento europeo. Speriamo sempre che ci ascoltino”, dice il prof. Michele Poerio, presidente di FEDERSPEV (www.federspev.it) che ora sta raccogliendo firme per il tema delle pensioni, con un dossier con dati scientifici sulle reali esigenze sia economiche che sociali a cui far fronte; si tratta di un dossier informativo che FEDER.S.P.e.V. presenterà ai parlamentari europei e anche alla camera di deputati a settembre. La FEDER.S.P.e V. (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove/i-orfani) è infatti l'unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione, ma si fa carico istituzionalmente anche dei problemi delle loro vedove/i e orfani, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell'Associazione stessa. Nei giorni 10 e 11 ottobre sarà una delle realtà che parteciperà anche ad una importante conferenza europea intitolata proprio “Science for Policy in Europe Conference” organizzata dalla Commissione europea a cui si può aderire anche on line e non solo in presenza. Il primo giorno esponenti della Commissione europea relazioneranno sul ruolo che la scienza declinata in tutti i suoi vari ambiti (statistica, medicina, ingegneria urbanistica, ecologia, bioeconomia etc.) abbia per decisioni politiche europee consapevoli e condivise; a seguire ci sarà una sessione di brainstorming su nuove sfide ed opportunità di dialogo tra esponenti dei vari filoni scientifici e politici avveduti e aperti al confronto con dati reali.   Le sessioni previste trattano diversi argomenti dal tema “global and intergovernmental policymaking” alla nuova generazione  di “knowledge brokers”, alla formazione dei politici, visto che molti partiti politici fanno corsi di formazione in Stati dell’Unione europea. Prevede molti partecipanti anche la sessione sul tema “che tipo di supporto la “research policy” può dare alla “science for policy?” e al dibattito sul tema “etica e valori nella scienza per la politica”. Sono previste sessioni parallele sia in presenza che on line. Diversi esperti sia italiani che di altri Stati relazioneranno nella sessione intitolata ”Fishbowls: come possiamo costruire migliori ecosistemi Science for Policy in Europa?”. Insomma sia con le consultazioni on line che periodicamente su tanti temi la Commissione europea apre a tutti i  cittadini e che servono per elaborare nuove proposte di direttive; sia con programmi comunitari e progetti cofinanziati sempre dalla commissione europea con il programma “Europa per i Cittadini” e con il programma europeo “Diritti, uguaglianza e cittadinanza”, si può proprio dire che si stia cercando di coinvolgere sempre di più giovani e meno giovani a riavvicinarsi alla politica, per creare una coscienza comune di dialogo aperto tra cittadini, imprese, istituzioni in tutti gli Stati europei e per fare comprendere che la “Politica”  è affare comune di cui occuparsi tutti per un mondo migliore e con dati scientifici su cui confrontarsi, per conoscere le best practices,  per fare scelte politiche utili al bene comune, vista la necessità urgente di lottare contro ignoranza e fake news in crescita,  contro arroganza, contro la violenza verbale e fisica che sono in aumento.   

Domanda : ci sono aiuti europei per le donne che lavorano nel settore della pesca? Matilde Furrà

Risposta: sì. Ci sono fondi per le start up, fondi per la formazione, fondi per progetti innovativi ecosostenibili.  Grazie al FEAMP – il Fondo Europeo per gli Affari Marittima e la Pesca attualmente ci sono già 150 progetti cofinanziati che vedono beneficiarie donne su un totale di 2.112 (pari a circa il 7%), con oltre 22 milioni di euro di risorse impegnate, ma si deve fare di più per le donne per una parità di opportunità e compensi sia nella gestione dei pescherecci, che nei mercati ittici, negli impianti di acquacoltura, nel marketing, nella gestione del seafood (distribuzione, valorizzazione enogastronomica, packaging , soluzioni ecosostenibili etc.)  e in tutti gli altri ambiti relativi alla pesca.  Per il granchio blu, specie Ias (Invasive Alien Species) aliena, si segnala che cinque giovani donne hanno aperto una start up che si chiama Blueat, (www.blueat.it). Sono Alice Pari, con laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia all’Università di Bologna – Alma Mater Studiorum; Giulia Ricci, con master "Mercati e Strategie d'Impresa" dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Carlotta Santolini, la mente del progetto, biologa marina, laureata all’Univpm ad Ancona; Ilaria Cappuccini, con Bachelor internazionale in Arti culinarie, presso la scuola di arti culinarie Cordon Bleu di Firenze; Matilda Banchetti, project manager di Blueat, con corso di laurea di Ingegneria Gestionale presso la facoltà Alma Mater Studiorum di Bologna. Blueat ha avviato una filiera tra pescatori, aziende di trasformazione e distribuzione e ristoratori. Per questa loro attività sono state premiate le tre innovatrici dalla Fondazione Bellisario.  Durante la premiazione Carlotta Santorini (classe 1996), contitolare di Blueat, ha presentato il progetto Mariscadoras. Blueat è una società benefit - creata da cinque amiche, appassionate di mare, già durante il loro periodo di studi e che valorizza le specie aliene, quali il granchio blu. “Noi Mariscadoras siamo intervenute a diversi eventi e workshop come esempio virtuoso di una realtà imprenditoriale tutta al femminile. Abbiamo raccontato la nostra storia e i nostri propositi: vogliamo rappresentare un’idea di imprenditoria giovane, innovativa e sostenibile, fatta da donne, per le quali vogliamo essere l’archetipo di una rivoluzione nel mondo marittimo. Vogliamo fare impresa ma contemporaneamente  contribuire a salvaguardare l’ambiente, la società di chi lavora in mare e per il mare con una particolare attenzione a quelle donne che purtroppo ancora oggi sono ‘invisibili’ e sottopagate nella Blue Economy ” . Eppure sono molte le donne che amano la pesca, la natura e puntano a soluzioni di economia circolare che ne rispettino i valori e le necessità. Il granchio blu è un problema gravissimo ed in aumento e loro sono state tra le prime ad avere l’idea: ne pescano, e quindi tolgono dai mari questo vorace granchio che danneggia le reti dei pescatori di pesce “tradizionale”; ne utilizzano la polpa, usano anche packaging ecosostenibile utilizzando la chitina, proteina del loro stesso guscio; hanno studiato le proprietà nutritive della polpa e soluzioni alimentari con chefs, coniugando quindi salute, ambiente e innovazione.  Diversi altri progetti europei utilizzano la chitina, come ChiBio, che ha ricevuto un cofinanziamento dalla Commissione europea di quasi tre milioni di euro, per lo sviluppo di una bioraffineria integrata. ChiBio ha strutturato un consorzio di undici partner europei, in cui lavorano anche donne, per la lavorazione dei rifiuti biologici per lo sviluppo di nuovi metodi per la produzione di sostanze chimiche dai rifiuti dell’industria ittica ricchi di chitina. La chitina è un biopolimero che si trova in insetti e funghi, consiste in molecole di zucchero azotate legate insieme in una catena polimerica. L’Asia ad esempio è già riuscita a estrarre il polimero chitosano usato per realizzare filtri, pellicolee fasciature dai gusci dei gamberi. Si segnala anche il progetto “Donne nella pesca”  nato dalla cooperazione interterritoriale tra diversi FLAG (FLAG Costa dell’Emilia Romagna, FLAG GAC Chioggia e Delta del Po, FLAG Marche Centro, FLAG Alto Tirreno Toscano e FLAG Costa di Pescara) che punta a valorizzare  il ruolo delle donne nel settore della pesca e dell’acquacoltura, ponendosi quale obiettivo quello di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle stesse, e anche l’obiettivo di sensibilizzare tale ambiente al problema della discriminazione di genere. Il progetto, finanziato dal FEAMP – Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura- tra l’altro, si propone di garantire la parità di trattamento e di diffondere la cultura della parità di genere, in ogni attività che verrà svolta dal partenariato. E’ importante che le donne vengano attratte dal lavoro nel mondo marittimo con un rimodellamento del settore e come una rilevante risorsa che deve essere riconosciuta, incentivata, correttamente impiegata per il benessere di tutta la filiera ittica e per la sua crescita, oltre che per sviluppare una cultura della pesca ecosostenibile e dell’utilizzo del prodotto ittico nelle famiglie.

Domanda: ci sono progetti europei di giovani sardi? Pompilia Tureddu

Risposta: sì. Diversi giovani sardi hanno utilizzato fondi europei per progetti di ricerca innovativi e/o vinto premi europei. Tre giovani studenti sardi (Gabriele Budroni e Andrea Borrielli  dell’ ITI G.M. Angioy di Sassari)  ad esempio hanno vinto un premio della Commissione europea al concorso europeo “I giovani e le scienze” per avere realizzato un innovativo filtro applicabile alle lavatrici che riesce ad intercettare le particelle delle microplastiche più microscopiche, ovvero di dimensioni inferiori a 5 mm e potranno partecipare alla manifestazione “ESI MESSICO”, esposizione scientifica internazionale di MILSET, a Mazatlan-Sinaloa (Messico) dal 21 al 27 ottobre rappresentando l’Italia grazie al loro progetto. Tra i progetti di ricerca interessanti già attuati c’è il progetto dal titolo "Whetlac” che prevede l’uso del siero come substrato per la produzione fermentativa di acido lattico ad uso cosmetico, farmaceutico e alimentare e che risponde a un problema difatti il siero è la parte più consistente del residuo nella produzione di formaggi e costituisce da sempre, a livello mondiale, il maggiore problema di smaltimento e inquinamento per l'industria casearia. Tra i valenti giovani c’è il dott. Massimiliano Errico, docente associato presso l’Università SDU danese che partecipa all’importante  progetto IProPBio, finanziato nel programma Horizon 2020 “Research and Innovation Staff Exchange” parte delle Marie Skłodowska-Curie actions, che ha come obiettivo generale lo scambio di conoscenze teoriche e competenze sperimentali fra nove partner Europei, Brasile, Messico e Stati Uniti. IProPBio studia la caratterizzazione di biomasse e la loro conversione a composti ad alto valore aggiunto che avrà moltissime ricadute pratiche nel ridurre gli sprechi e migliorare la redditività nel settore della bioeconomia. Sono diversi i progetti realizzati in Sardegna con fondi europei. Ne menzioniamo alcuni tra quelli in atto  e quelli già attivati. Ad esempio c’è il progetto europeo "Isole SOStenibili plus” che punta a  rafforzare la rete delle isole per lo sviluppo sostenibile e la conservazione dei patrimoni, a valere sul programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Marittimo, denominato ISOS plus; il progetto #ANDALAS de Cultura e PARIS -POR FESR 2014- 2020 ASSE II - Agenda digitale. Il Progetto #ANDALAS DE CULTURA e PARIS, attualmente in corso di realizzazione. Sono stati stanziati cinquecentomila euro per la realizzazione del progetto a titolarità regionale denominato “Paris”, a valere sull’Azione 2.2.2, si punta alla realizzazione di un sistema regionale integrato per l’accesso unitario alle risorse informative sul patrimonio culturale regionale prodotte in ambito ABM (Archivi, Biblioteche, Musei) e un milione di euro per la realizzazione del progetto a titolarità regionale denominato “#Andalas de cultura”, a valere sull’Azione 2.3.1, per la realizzazione di strumenti per il miglioramento dell’accesso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione dei beni culturali. Per la Regione Sardegna, oltre al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo sociale europeo plus (FSEPlus) al fondo per la transizione giusta (JTF) e al Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca (FEAMP), alimentati dal bilancio dell’UE, sono state aggiunte ulteriori risorse nazionali e regionali ed è confermato il Fondo di sviluppo e coesione (FSC) alimentato con risorse nazionali. Molti giovani poi lavorano presso il centro Sardinia Ricerche e presso il CRS4 che è un centro di ricerca interdisciplinare inizialmente guidato dal Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia . Attualmente al CRS4 sono impiegate circa 130 persone. Inoltre anche a Porto Conte Ricerche e a CNR-IFT si realizzano diversi progetti europei grazie al talento dei giovani sardi.   

Domanda: ci sono fondi europei per la parità di genere?  Fiorenza Aspesira

Risposta: sì.  L’associazione Donne e Scienza raccoglie dati sulla presenza femminile nella scienza e sulla parità salariale, sui numeri di donne in posizioni apicali e sta facendo in rete una attività di screening  sui Piani di azioni positive e della parità di genere 2023-2025 e ne emerge che molto c’è ancora da fare. Già lo evidenziano pure i dati del Global Gender Gap Report 2023, diffuso il 20 giugno scorso, in cui emerge che l’Italia, nell’ultimo anno, ha perso ben 16 posizioni nella classifica stilata dal World Economic Forum, scendendo dal 63esimo al 79esimo posto su 146 Stati. I dati vengono presentati ogni anno per monitorare l’evoluzione della parità di genere a livello mondiale e si utilizzano  quattordici  indicatori per quattro dimensioni chiave: partecipazione economica e opportunità; livello di istruzione; salute e sopravvivenza; empowerment politico. Di recente a Milano, inoltre,  ad un anno dall’uscita delle linee guida UNI 125 da seguire per l’ottenimento della certificazione di genere le Consigliere di parità regionali insieme a Soroptimist International hanno voluto fare il punto e discutere su quali saranno le ricadute della Certificazione sulla parità di genere e nell’incontro a cui hanno aderito varie realtà femminili è stato anche illustrato il bando di Regione Lombardia che è l’unica Regione ad aver messo a disposizione 10 milioni di euro per sostenere le imprese per i costi della certificazione. Ma quale parità c’è dunque? “Si tratta di progetti, iniziative, certificazioni, leggi che da tempo tutelano le donne al lavoro, ma per le quali occorre tempo per essere messe in opera e poter ottenere risultati efficaci”, ha detto Anna Maria Gandolfi, Consigliera di Parità regionale della Lombardia,” Molto deve ancora essere realizzato in raccordo sinergico tra realtà private e pubbliche”. La Commissione europea da tempo cofinanzia diversi progetti per la parità di genere e  tra i tanti ricordiamo il Progetto europeo GENSET, gender in science, dialogo e azione per la parità di genere e l'eccellenza della ricerca nella scienza europea e  il Progetto europeo Genislab, in cui era coinvolto l'INFN che testimoniano l’impegno territoriale per la parità di genere nei settori scientifici. Inoltre la commissione europea ha deciso che è obbligatorio avere un “Piano per l’uguaglianza di genere” per essere ammessi ai bandi europei per tutte le università, le organizzazioni di ricerca e gli enti pubblici degli Stati membri e degli Stati. Inoltre è stato istituito un premio europeo “Gender Equality Champions” e c’è un continuo monitoraggio dello stato dell’uguaglianza di genere nella Ricerca europea attraverso le pubblicazioni specifiche (She Figures e MSCA).  Lo strumento di inclusione finanziaria delle donne mobilita 100 milioni di euro per l'accesso delle donne ai finanziamenti, ma oramai per scelta politica ogni progetto e programma europeo si rifà ai principi comunitari per garantire un’equa rappresentanza femminile in tutti i contesti.   

Domanda: ci sono bandi aperti europei per il settore del turismo? Isacco Pontrelli

Risposta: sì. L'EuroCluster Rural Tourism ha lanciato una nuova call, con scadenza il 10 settembre 2023, dedicata a micro, piccole e medie imprese che operino nel settore turistico e siano interessate a migliorare le proprie competenze nel settore del digitale, dell'ecosostenibilità e delle soft and social skills. L'obiettivo è assistere le piccole e medie imprese nella progettazione e nello sviluppo di nuovi prodotti turistici per i mercati internazionali, incorporando miglioramenti digitali, sostenibili e socio-culturali. Le imprese avranno l'opportunità di scegliere e migliorare almeno quattro delle seguenti dodici aree di azione tra cui digitalizzazione dei processi; marketing e promozione digitale; marketing intelligence e analisi dei dati, strategia di marketing basata sui dati; pratiche di gestione sostenibile per le piccole e medie aziende; gestione e riduzione della CO2 per affrontare i cambiamenti climatici; mobilità sostenibile; gastronomia e cibo basati su catene di approvvigionamento locali; abilità socio-culturali (interazione con visitatori provenienti da diversi background culturali); generazione di esperienze per i visitatori (sviluppo dei prodotti corrispondenti); turismo inclusivo per i visitatori con bisogni speciali; integrazione con la comunità locale; tecniche di interpretazione per le risorse culturali, storiche, naturali. Possono partecipare al bando le imprese che rientrino nella classificazione NACE come hotel e alloggi simili (I5510), alloggi per vacanze e altri soggiorni di breve durata (I5520), campeggi, parchi per veicoli ricreativi e parcheggi per roulotte (I5530), agenzie di viaggi, servizi di prenotazione del tour operator e attività correlate (N79). Le imprese turistiche devono avere sede in uno dei seguenti Stati: Wallonie (Belgio), Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Montenegro, Paesi Bassi, Macedonia del Nord, Harghita (Romania), Serbia, Slovacchia, Slovenia e nelle regioni spagnole dei Aragón, Catalogna, La Rioja e Navarra. Ci sono poi i fondi europei del PNRR: è stata pubblicata la graduatoria dei beneficiari di IFIT - Incentivi finanziari per le imprese turistiche” - misura che favorisce la riqualificazione delle strutture del comparto turistico, revista dal PNRR (Missione 1, Componente 3, Investimento 4.2), promossa dal Ministero del Turismo e gestita da Invitalia. Fare turismo significa anche essere preparati per farlo e molti sono anche i corsi di formazione europei per gli operatori del turismo. C’è l'Istituto Europeo degli Itinerari Culturali che partecipa a progetti finanziati dall'Unione Europea sul tema della gestione e della promozione del patrimonio culturale, del turismo culturale, della gestione degli Itinerari Culturali e ad esempio i progetti Hector e Certess si sono conclusi e sono stati cofinanziati con fondi europei. Il progetto HECTOR (HEritage and Cultural Tourism Open Resources for innovative training schemes related to the Cultural Routes of the Council of Europe) è stato finanziato dal programma europeo ErasmusPlus, Azione Chiave 2: " Cooperazione per l'innovazione e lo scambio di buone pratiche", coordinato dall'Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, ha coinvolto tre università: IREST, Università di Parigi 1 Panthéon-Sorbonne (Francia), LABPACT, Università di Barcellona (Spagna), CAST, Università di Bologna (Italia), e un centro di ricerca, Fondazione Federico Secondo (Italia).P er due anni hanno lavorato sull'identificazione e lo sviluppo di programmi educativi nell’ambito della gestione del patrimonio e del turismo culturale in relazione agli Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa. Il progetto CERTESS aveva undici partners regionali di dieci Stati tutti attraversati da alcuni Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa compresa la regione Lazio e ha aiutato a promuovere le imprese e i prodotti locali lungo gli itinerari mediante l’utilizzo di servizi immateriali innovativi grazie alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

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