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Welfare salute e comunicazione
Bigoressia, cosa è?

Si chiama "Bigoressia", questo è il termine coniato da alcuni medici, che nasce dalla comunione di "big= grande' e del latino "orex=appetito'. Che significa esattamente ? La "fame di grossezza”, ossia il desiderio di possedere un corpo più muscoloso, più possente e più "asciutto “.  Ma di fatto è una vera e propria patologia, molto simile a quella già conosciute quali l’Anoressia e la Bulumia. Chi ne soffre, dimostra una continua e cronica insoddisfazione per il proprio aspetto fisico ed il terrore ( è il caso davvero di dirlo) di perdere i propri muscoli e, quindi, il proprio stato di perfetta forma fisica, dopo tanta fatica di anni di allenamento e diete alimentari. Questo comporta di fatto l’insorgenza di comportamenti auto-punitivi che conducono ad allenamenti lunghi e pesanti, cheanziché migliorare, portano ad uno stato di sovra allenamento  con conseguenze psico-fisiche gravi.

Nel tempo, si può arrivare anche ad avere il cosiddetto “auto isolamento sociale". Vediamo perchè. Mettiamo che si frequentino gruppi di amici, quindi si esce con loro per condividere giornate e serate spensierate, mettiamo che siano esse persone diverse da chi abitualmente frequenta palestre, o magari sì, ma che non hanno la stessa "fissa', e che vedono nella convivialità e nella tavola un buon modo di stare in siete. Che accade? Il “ bigoressico” si ritrova a questi appuntamenti con il terrore di dover consumare, magari una pizza o altro, bere bevande alcoliche per stare al passo, per non sentirsi “ isolato”, ma con un grande senso di colpa che lo pervade. C’è anche da considerare un altro aspetto, il dannoso abuso di integratori alimentari  come proteine e creatinina che favoriscono, appunto, la crescita muscolare o il suo mantenimento, e nei casi estremi steroidi anabolizzanti. Tornando a noi, quindi, occorre considerare che questo tipo di comportamento patologico può portare quindi a seri problematiche quali disturbi dell'umore, stati di angoscia ed alterazioni dei rapporti sociali, vissuti davvero con seria preoccupazione tale da divenire un vero e proprio condizionamento, a volte insostenibile.

Potremmo definirla una sorta di "anoressia inversa', in quanto l'anoressico rifiuta il cibo in cerca di una costante e maggiore magrezza , spesso fino all'auto-annichilimento fisico, mentre il "bigoressico' cerca i tutti i modi possibili ( allenamento all'estremo, alimentazione iperproteica, abuso di farmaci e sostanze "stimolanti'...) un volume muscolare sempre maggiore, vivendo nel terrore di perdere la forma fisica per essi muscolarmente perfetta.

Un problema di cui poco si parla, troppo sottovalutatoe pericoloso. Il modello “Bronzo di Riace” che sia uomo o donna non fa differenza alcuna, in effetti è quello per cui ci si massacra sotto bilancieri ed i manubri, per urlare al mondo la propria "grossezza'. Potremo dire “grandezza”, per meglio dire e per inquadrare psicologicamente il fenomeno.

Prigionieri dello specchio, schiavi della propria immagine ? Forse più di se stessi, di non esistere abbastanza, di essere invisibili al mondo.

La ricerca ossessiva per il proprio perfetto aspetto fisico ed il desiderio di modificarlo aspirando alla perfezione, tanto che alcuni autori parlano di “complesso di Adone” (Velea, 2016), dalla celebre figura mitologica simbolo della giovanile bellezza maschile, sembra essere, quindi, una nuova forma di disturbo della percezione della propria immagine corporea .

In genere chi soffre di questa patologia spende troppo tempo ed energia psico-fisica allenandosi e seguendo diete, senza però mai sentirsi effettivamente soddisfatto, perchè non è quella, in fondo,  la propria realizzazione, ma un mezzo per esserla. Spesso si sentono affermare essere “fuori forma e fuori peso” e ci lasciano stupiti vedendo esattamente il contrario di ciò. Perchè è la percezione di loro stessi ad essere sbagliata, come nel caso di chi è anoressico, non è realtà, e si basa, appunto, su distorsioni percettive circa il proprio aspetto esterno: il corpo viene percepito come gracile e poco muscoloso, anche se in realtà non è così.Anche sotto il profilo economico si subiscono problemi, colpito dalle continue ed elevate spese per integratori ed allenamenti intensivi, oltre ai centri estetici. L'attività fisica è fondamentale, non finirò mai di dirlo, fa bene e preserva da malattie perchè stimola il sistema immunitario, che preserva dalle malattie e stimola la serotonina, che regola il tono dell'umore. Ma quando essa si trasforma in ossessione, alla disperata ricerca del “vedersi bene” e non del “sentirsi bene”, è un danno enorme. Abbiamo già detto essere una intima e profonda sofferenza che ha radici nella scarsa o assente autostima, nella profonda insicurezza e timidezza, che mette in moto la necessità di accettarsi e sentirsi accettati, per colmare l'incolmabile insoddisfazione per il proprio aspetto fisico. In questo hanno avuto molto gioco la pubblicità ed i media, che ci hanno propinato nel tempo immagini e modelli, testimonial invidiabili per il solo aspetto fisico, senza conoscerne la vita vera, ma fermandosi unicamente all’aspetto esteriore. Come fosse importante solo quello! Ma è bene sapere che le rischiose conseguenze di questi comportamenti sono purtroppo molteplici:

 - alterazione della fame  e del sonno ;

 - disturbi dell'umore

 - patologie cardiache e renali;

 - isolamento sociale;

 - problemi alle articolazioni e ai muscoli;

 - elevati livelli di ansia;

 - forte dispendio economico (per tutto ciò che concerne la forma fisica);

 - seri problemi nei rapporti interpersonali (alcune volte con la loro perdita).

I Media, come abbiamo detto, scatenano in qualche modo anche la diffusione di questo tipo di comunicazione distorta, mostrando ideali di bellezza (per le ragazze) e di forza (per i ragazzi) irraggiungibili e inesistenti, specie sui “social”, luoghi ideali spesso di condivisione delle proprie abitudini sportive e alimentari. Facebook, ad esempio, uno dei più famosi social, permette come sappiamo la nascita di "gruppi" tematici, quindi in questo caso, si rende facile il creare una sorta di fedelissimi del culto del fisico, dove si arriva addirittura a dare e leggere consigli di allenamento e dieta, pur non essendo titolati a questo, creando così anche danni, talvolta irreparabili. Far parte di gruppi in cui l’attività fisica è vista, negli intenti degli ideatori, come un modo per stare meglio con se stessi, per aumentare la propria autostima e forma fisica è anch’essa una forma di socializzazione, anche se virtuale. Quando questo è sano, e non malato, va benissimo. Questo deve far però riflettere e molto sulle conseguenze inevitabili che questo tipo di approccio ha di per sè, quando diventa patologia.  

Fare sport è sano, avere il culto del fisico per affermare se stessi, non lo è.

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