Il Sociale
Bologna, una parola di cinese al giorno: l'idea di successo di un bar
L'iniziativa di un bar di Bologna: insegnare una parola di cinese al giorno
Bella storia di inclusione da Bologna. I gestori di un bar, di origine cinese, hanno pensato di insegnare una parola al giorno della loro lingua ai clienti o ai passanti. In quale modo? Esponendo una lavagna all’esterno del locale, davanti alla vetrina, con una parola in cinese e la sua traduzione in italiano.
“Tanti clienti vedendo la gestione cinese ci chiedevano di insegnare loro qualche parola, magari quelle più semplici come ‘ni hao’ che significa ‘ciao’ o ‘xiè xiè’ che vuol dire ‘grazie’ le conoscevano già ma volevano impararne altre – spiega Enza, la figlia 20enne dei titolari – Da lì ci è venuta l’idea di estendere la ‘lezione’ ai passanti”. Le parole sono scelte un po’ a caso: in un anno sulla lavagna sono state scritte parole che fanno riferimento a cibi, sentimenti, stagioni, parentele, luoghi. I clienti si sono appassionati e hanno iniziato a proporre le parole da scrivere. “C’è una nostra cliente abituale, una signora anziana, che ogni giorno passa qui davanti e, anche quando non si ferma al bar, si annota la parola del giorno sul suo taccuino – racconta Enza – Noi lo abbiamo scoperto perché un giorno non riusciva a leggere bene la scritta sulla lavagna ed è entrata per chiedere aiuto”.
Tra i frequentatori della Caffetteria Galleria, all’angolo tra via Galleria e via dei Mille, ci sono persone di diverse nazionalità e di lingua non italiana, “noi insegniamo una parola in cinese e loro ci dicono la traduzione nella loro lingua: mia mamma in questo modo ha imparato qualche parola di arabo. È uno scambio di culture, al di là della lavagna”. Se ne parla a Italia-Italie, la trasmissione multiculturale di Radio Città del Capo di Bologna.Tra i primi a parlare dell’iniziativa della Caffetteria Galliera c’è Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei, che ne ha scritto sul suo sito. “Si tratta di un’iniziativa piccola ma significativa - ha detto ai microfoni di Italia-Italie - perché riporta il bar a un luogo di socializzazione dove si definiscono relazioni”. Grandi ha anche suggerito che l’idea potrebbe essere adottata anche di bar gestiti da italiani, “che potrebbero prendere una parola italiana e in due righe spiegarne il significato”.