Sport
Alcaraz n°1 del mondo entro fine anno? Forse neanche Djokovic può opporsi
Alcaraz batte per la seconda volta Tsitsipas (a Miami) e si candida a prendere l'eredità d Djokovic, Nadal e Federer come futuro numero 1 Atp
Alcaraz numero 1 Atp: batterà il record di Hewitt come più giovane tennista in cima al tennis mondiale?
Carlos Alcaraz è semplicemente mostruoso. Quello che sta facendo il 18enne (saranno 19 il 5 maggio) murciano lascia a bocca aperta gli appassionati di tennis di tutto il mondo. Che fosse un predestinato lo si sapeva già da qualche anno, ma la crescita mostrata negli ultimi mesi è impressionante. Da qui quella che può sembrare solo in apparenza una provocazione: entro fine anno sarà lui il nuovo numero 1 del mondo battendo il record di precocità che appartiene all'australiano Lleyton Hewitt (20 anni e 8 mesi poco meglio di Marat Safin che ci riuscì con un mese in più). Possibile? Tecnicamente sì. Come, logicamente, la possibilità che vinca a breve dei titoli dello Slam (qua però nessun record di precocità è in bilico visto che Michael Chang conquistò il Roland Garros a 17 anni e 3 mesi nel 1989 dopo aver battuto Lendl agli ottavi ed Edberg in finale). Quello che impressione di Alcaraz è un talento sconfinato, malgrado sia poco più che maggiorenne già sembra non avere punti deboli: colpi solidissimi e che fanno male (dritto-rovescio da top player), lucidità tattica degna di un (grandissimo) tennista (tra le tante cose, un uso della palla corta da autentico maestro e già un'ottima attitudine a rete), sangue freddo nei momenti che contano.
Alcaraz sulle orme di Nadal-Djokovic-Federer. E a Miami mette ko (di nuovo) Tsitsipas
La sensazione è che siamo di fronte al futuro "cannibale" del tennis mondiale, colui che davvero prenderà l'eredità di Nadal-Djokovic-Federer riuscendo dove tanti hanno fallito negli ultimi 15 anni (solo Andy Murray si è davvero avvicinato a loro, venendo "eletto" come uno dei Fab Four per alcune stagioni). Se questo avverrà in tempi brevi o brevissimo vedremo, ma le premesse sono chiare. Se n'è accorto a sue spese un campione vero come Tsitsipas: top-5 solidissimo, giocatore elegante (il suo rovescio a una mano è poesia) e completo. Il 23enne greco è una delle realtà più belle degli ultimi anni, eppure contro Alcaraz ha già subito due sconfitte in pochi mesi. L'ultima poche ore fa: 7-5, 6-3 agli ottavi del Master 1000 di Miami, malgrado Stefanos sia entrato in campo con il piglio giusto, sciorinando un gran tennis e conscio di aver di fronte un avversario a cui nulla poteva concedere (non a caso è andato avanti 5-2 nel primo set, poi una striscia di 5 giochi consecutivi per lo spagnolo ha spaccato l'incontro).
Alcaraz, un 2022 strepitoso: solo Nadal e Berrettini lo hanno battuto
Il 2022 di Alcaraz è impressionante: 15 vittorie e due sconfitte, 35 set conquistati e solo 7 persi, un Atp 500 già nella sala dei suoi trofei (Rio de Janeiro: 6-4, 6-2 a Diego Schwartzman in finale), la semifinale di Indian Wells dove solo un vincente che non molla mai come Rafa Nadal è riuscito ad arginarlo (l'altro tennista in grado di batterlo è stato Matteo Berrettini agli ottavi dell'Australian Open: 7-6 al quinto set, poi Carlos si è preso la rivincita ai quarti di Rio). E ora lo show a Miami, dove il talento iberico va avanti come un rullo compressore, senza pause o segnali di cedimento.
Alcaraz, la sfida a Medvedev e Djokovic
E qua torniamo alla 'provocazione-suggestione' su Alcaraz n°1 del mondo già nel 2022. Detto che a 18-19 anni avrebbe tutto il diritto di avere un calo o qualche passaggio a vuoto nel corso della stagione, dovesse proseguire su questo trend (e a questo punto non sarebbe una sorpresa se lo facesse), pochi potrebbero pensare di contrastarlo: forse il russo Medvedev che punta a tornare stabilmente in vetta alle classifiche Atp ed è campione dotato di continuità. Magari Zverev (il tedesco, numero 4 Atp, ha avuto un po' di alti e bassi in questo inizio d'anno). Certamente Djokovic, ma Nole è penalizzato dai tornei che sin qui non ha potuto disputare (Australian Open, oltre ai due Master 100 americani) e da quelli futuri (per fortuna la stagione sul rosso e Wimbledon lo vedrà in campo). Difficilmente Nadal: Rafa è stato fantastico sin qui (la vittoria dell'Australian Open in finale contro Medvedev rimontando due set a zero è stata incredibile e pura emozione), ha scritto nuove incredibili pagine leggendarie non di tennis, ma di sport mondiale, però la classifica non è il suo primo pensiero. Lui, appena guarirà dall'infortunio (6-8 settimane out) che lo ha pesantemente limitato a Indian Wells (dove è comunque riuscito ad arrivare sino alla finale con Taylor Fritz lottando contro il dolore, stringendo i denti e portando l'americano al tie break nel secondo set) penserà ai tornei che contano (Roland Garros ovviamente in primis).