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Condannato a morte per un tweet. Ecco la "cara" Arabia Saudita del ct Mancini

di Antonio Amorosi

Mancini dice di voler fare la storia dell’Arabia Saudita. Ma il calcio può fare la storia di un Paese dove i diritti civili sono spazzatura?

In quel periodo non ha avuto un avvocato né contatti con i familiari. Al-Ghamdi, che sostiene di aver espresso semplicemente delle preoccupazioni, è accusato di aver criticato la famiglia reale saudita e almeno in un tweet di chiedere il rilascio di Salman al-Awda, un eminente chierico che affronta una possibile condanna a morte per varie vaghe accuse legate a sue affermazioni. Secondo Human Rights Watch i sauditi non avrebber neanche concesso ad al-Ghamdi i farmaci che assume per alcuni disturbi della psiche. 

In più l’Arabia Saudita è impegnata in azioni di guerra. La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha bombardato lo Yemen dei ribelli Huthi che sostengono di essere discriminati, colpendo ospedali e ambulanze, nel 2018 anche con un attacco che ha distrutto brutalmente uno scuolabus, uccidendo 40 bambini.

“Ritengo sia un inalienabile diritto di chiunque”, ha scritto il poeta americano Robert Frost, “andare all'inferno a modo proprio.” Anche l’allenatore milionario Mancini, ambasciatore Unicef che tenta di cambiare l’Arabia Saudita, a modo suo, ne ha diritto, comunque la pensiate