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Invasione Ucraina: le conseguenze su Champions League e mondiali Qatar 2022
La Uefa vuole spostare la finale dallo stadio di Mosca, possibile il trasloco in quello della Juve. De Zerbi bloccato a Kiev sotto le bombe
Finale Champions: verso un altro spostamento di sede
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia mette a rischio anche il mondo del calcio. Le principali competizioni internazionali rischiano infatti di essere stravolte dal precipitare degli eventi. Già nei giorni scorsi la Uefa aveva preso in esame l’ipotesi di spostare la finale di Champions League, in programma il 28 maggio a San Pietroburgo presso la Gazprom Arena, oltretutto sponsorizzato da uno di quei giganti dell’oil & gas dai quali dipende il futuro dell’Europa e in particolare dell’Italia. Per il terzo anno consecutivo, dopo i due spostamenti a causa del Covid, il governo del calcio europeo sta cercando una soluzione di emergenza. Si era parlato di Londra, ma lo stadio di Wembley sarà impegnato dai playoff delle serie minori. La voce che circola nelle ultime ore è di uno spostamento di questi eventi in un altro stadio londinese (con gli impianti di Arsenal e Tottenham in prima fila), per lasciare lo stadio nazionale libero per la finale di Champions. La situazione è ancora in evoluzione e si parla anche di Amsterdam, Torino e Monaco di Baviera come possibili sedi alternative.
Spareggi mondiali: la Polonia non vuole andare a Mosca
Ancora prima della finale di Champions, bisogna risolvere il nodo degli spareggi per i mondiali. Il 24 marzo è in programma a Mosca il playoff tra Russia e Polonia e il presidente della federcalcio polacca Zibì Boniek, ex Juve e Roma, ha chiesto chiarimenti sull’opportunità di giocare nonostante la guerra. Anche su questo non ci sono certezze, perché il perdurare del conflitto potrebbe addirittura portare alla squalifica della nazionale russa da parte della Fifa. Nei prossimi giorni si attende una pronuncia ufficiale, che potrebbe anche essere provvisoria: uno spostamento in campo neutro, in attesa di sanzioni che potrebbero riguardare anche il calcio.
De Zerbi a Kiev sotto le bombe
Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar Donetsk, è bloccato in un albergo di Kiev con la sua squadra e il suo staff tecnico, composto da otto persone, tutte italiane. Uscire dal Paese non è facile: l'aeroporto è chiuso e il carburante ormai introvabile. Code fino a 50 km di persone a piedi si dirigono verso il confine con la Polonia, per sfuggire all'invasione. De Zerbi spiega: "Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che é successo col Donbass... però non mi sono mosso, perchè io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff... potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza: no, abbiamo aspettato, stanotte ci hanno svegliato le esplosioni. Non vogliamo fare gli eroi perché gli eroi non esistono, ma il nostro lavoro ci mette di fronte a delle responsabilità. Io sabato dovevo giocare una partita e quindi, ripeto, non potevo scappare via. Difficile spiegarlo ai nostri cari, a chi ci vuole bene, ai figli che ci messaggiano per dirci di tornare. Stamattina hanno sospeso il campionato e ora la nostra presenza diventa superflua. A questo punto confidiamo che l'ambasciata e il governo ci aiutino a tornare. Sono fiducioso. Tornassi indietro rifarei la stessa scelta", ha detto a Sportitalia.
Shevchenko: “Gloria all’Ucraina! Vinceremo!”
La crisi ucraina agita anche i singoli protagonisti dello sport. L’ex milanista Andriy Shevchenko, ex allenatore dell’Ucraina e per un breve periodo anche del Genoa, ha pubblicato su Facebook una vera e propria dichiarazione di amore per il proprio Paese: “L'Ucraina è la mia patria! Sono sempre stato orgoglioso della mia gente e del mio paese! Abbiamo attraversato molti momenti difficili e negli ultimi 30 anni ci siamo formati come nazione! Nazione di cittadini sinceri! Questa è la nostra risorsa più importante! Oggi è un momento difficile per tutti noi. Ma dobbiamo unirci! Nell'unità vinceremo! Gloria all'Ucraina!”.
Yaremchuk (Benfica): esultanza “politica” in Champions League
Anche Roman Yaremchuk, giocatore del Benfica, si schiera apertamente. Dopo aver segnato il gol del 2-2 nella sfida di Champions contro l’Ajax, ha mostrato una maglietta raffigurante il "Tryzub", simbolo del suo Paese. Incurante delle regole della Uefa, che vietano le manifestazioni politiche anche durante le esultanze, e della probabile sanzione che subirà (oltre al cartellino giallo ricevuto in campo), Yaremchuk ha detto: "Per me è molto difficile parlare della situazione nel nostro Paese: è davvero complessa. Sono un professionista, so cosa devo fare in campo e faccio tutto quello che posso per i tifosi del Benfica: fare gol e aiutare la squadra è il mio lavoro".