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Malagò-Spadafora: lite sul capo dei Giochi Milano-Cortina 2026

Olimpiadi 2026, Stefano Domenicali rientra nella short list per la poltrona di capo dei Giochi. E Spadafora...
Malagò-Spadafora: lite sul capo dei Giochi Milano-Cortina 2026
Scontro tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e il neoministro Vincenzo Spadafora: si discute del Ceo delle future Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano. "La pietra dello scandalo è il nome dell'ex team principal della Ferrari Stefano Domenicali, che ieri è stato reinserito nella short-list dei pretendenti alla più prestigiosa poltrona nella struttura organizzativa dei giochi olimpici. Domenicali - molto gradito al sindaco di Milano Giuseppe Sala - sarebbe un'indicazione precisa di Malagò, che avrebbe scavalcato senza tanti complimenti il ministro dello Sport".
"Spadafora non ha nascosto la sua irritazione. Nemmeno un po'. Non per il nome di Domenicali - di per sé considerato stimabilissimo - ma per il metodo usato da Malagò", spiega il Fatto. Secondo cui in una riunione dei giorni scorsi 'diretta' da Malagò e Spadafora, ma "alla presenza dei governatori Luca Zaia e Attilio Fontana e dei sindaci Giuseppe Sala e Gianpietro Ghedina - proprio per coordinare le scelte sull'amministratore delegato per le Olimpiadi" era uscita una terna di nomi: Tom Mockridge (ex Sky), Alberto Baldan (ex Rinascente) e Vincenzo Novari (ex ad di '3'). "Il convitato di pietra però era proprio Domenicali: l'uomo della Ferrari era il preferito di Malagò, ma avrebbe negato la sua disponibilità alla candidatura". Quarantotto ore dopo Domenicali torna in short list senza un nuovo confronto tra capo del Coni e ministro dello Sport.
"Il nome di Domenicali non era presente né nella prima né nella seconda lista uscita da Verona, perchè non era nelle condizioni di garantire la sua disponibilità. Malagò aveva detto di confidare un suo ripensamento, puntualmente avvenuto. Metto in discussione solo il metodo e la poca chiarezza rispetto a quanto era emerso pubblicamente, soltanto poche ore prima", spiega il 5 Stelle al Fatto.
Il presidente del Coni invece smentisce di aver influito sulla decisione di Domenicali e attribuisce la sua scelta alla società di consulenza Spencer Stuart, incaricata di collaborare al processo decisionale. "Il ministro dello sport risponde che non era nemmeno a conoscenza di questo incarico", riporta Il Fatto.