Roma, James Pallotta nella Capitale per lo stadio. I tifosi contestano e...
Pallotta contestato dai tifosi della Roma
James Pallotta, Presidente della AS Roma, ha fatto bingo, nel senso che i risultati disastrosi della squadra (3 punti nelle ultime 6 gare ed eliminazione -come ogni anno- dalla Coppa Italia), la propensione a vendere i giocatori migliori e il pallino per il nuovo Stadio hanno fatto finalmente emergere una verità: è venuto a Roma solo per fare soldi.
Me ne ero occupato tempo fa, ma le evoluzioni sono ancor più negative del previsto:
https://www.affaritaliani.it/sport/roma-stadio-pallotta-427844.html
Intendiamoci, il calcio è una attività imprenditoriale e il business è certamente alla sua base, ma da questo a farne un idolo, un moloch, un vitello d’oro a cui sacrificare gli ideali sportivi e tutto il resto ce ne passa (per fortuna) ancora molto.
La contestazione che covava da tempo nella tifoseria romanista è esplosa ieri sera nei confronti di Pallotta e del dg Mauro Baldissoni, dopo la nuova sconfitta per 1 - 0 in casa della Roma ad opera della Sampdoria, da cui si era salvata a Genova (1 - 1 all’ultimo minuto) solo qualche giorno fa.
In realtà, già prima della gara giravano biglietti da un dollaro falsi con l’effige di Pallotta al posto di quella di George Washington, a significare la propensione affaristica del presidente.
Che qualcosa non andasse nella gestione dell’uomo di Boston si era intuito appunto dalla vendita continua dei prezzi pregiati ai concorrenti: da La Mela, a Pjanić (Juve), a Szczęsny (Juve), a Salah il tutto in nome dell’ambiguo concetto di fair play finanziario.
Ed ora, in pieno campionato e con risultati disastrosi, vendita di Dzeko (peraltro estremamente pasticciata), capocannoniere romanista dello scorso anno.
Il mister Usa rassicurava ai tifosi che storcevano il naso: no problem, stiamo rafforzando la squadra, stiamo lavorando per voi, vedrete che squadrone galattico vi sto approntando, è solo questione di tempo e poi tutto si trasformerà magicamente in un eden di allori e vittorie. E aggiungeva sornione: poi quando c’avremo lo Stadio, strizzava l’occhio, i risultati saranno automatici perché la squadra sarà incentivata a vincere per voi, meravigliosi tifosi della As Roma.
Ed ora sei anni dopo (è diventato presidente nel 2012) e ben quattro allenatori (Zeman, Garcia, Spalletti e Di Francesco) la tifoseria è ancora a “zero tituli”.
Ma se fosse solo questo si penserebbe all’ennesimo presidente che non funziona, visto che oltretutto non si era mai (e questo è ancor più sospetto) occupato di calcio nella natia Boston, ma bensì di pallacanestro.
Ma Pallotta è venuto a Roma principalmente per fare lo Stadio e lo abbiamo scoperto dalle sue stesse parole quando ha detto che se non glielo facevano fare sarebbe andato via. Proprio così, senza mezzi termini.
Due più due fra quattro. Vendita prezzi pregiati sul mercato, il cosiddetto “metodo Pallotta”, e Stadio e chi se ne frega dei risultati, che invece dovrebbero essere l’obiettivo principale.
Insomma, mentre i tifosi e una intera città trepidavano giustamente per la propria squadra il presidente Pallotta annunciava candidamente che il suo scopo era l’affare immobiliare del secolo (settore tra l’altro di cui si occupa negli Usa), oltretutto in una zona assolutamente inadatta e a rischio di esondazione e di blocco del traffico causa infrastrutture ferme agli anni ’3 dello scorso secolo.
Poi la ciliegina sulla torta di qualche giorno fa: da Londra, ad una conferenza sulla sicurezza negli stadi, Mister America ha parlato di nuovo male dei tifosi (lui dice di essere stato mal tradotto) scatenando le ire degli stessi che stanno cominciando ad aprire finalmente gli occhi.
Piccolo particolare: lo Stadio della Roma non sarà proprietà della AS Roma ma di James Pallotta, ma di questo, per citare un noto film, no se abla.