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Ciclismo, rabbia dei corridori dopo la morte di Demoitié: "Servono più controlli"

Il tema sicurezza torna all'ordine del giorno dopo la tragedia di Antoine Demoitié, il corridore belga morto dopo essere stato investito in seguito ad una caduta da una delle moto che seguiva la Gand-Wevelgen. L'Associazione internazionale ciclisti professionisti (Cpa) e tutti i corridori chiedono "che sia immediatamente fatta luce sulla dinamica dell'incidente, sulle circostanze che lo hanno provocato nonché sulle eventuali responsabilità delle parti coinvolte". Il presidente della Cpa, Gianni Bugno, nella stessa nota diffusa dall'associazione, sottolinea che "in questo momento di tristezza e dolore per la morte di Antoine non vogliamo fare polemiche ma è tanta la frustrazione che abbiamo dentro".

"Abbiamo sempre sostenuto che la sicurezza dei corridori deve essere al primo posto nelle discussioni delle alte sfere del ciclismo - prosegue Bugno - e all'ultima riunione del Consiglio del ciclismo professionistico, abbiamo espressamente chiesto che vengano comunicate in fretta le strategie elaborate recentemente per il miglioramento della sicurezza durante le corse". "Non voglio accusare nessuno ma fare riflettere sulle responsabilità di ognuno nell'assicurare che sia sempre mantenuto altissimo il livello di attenzione, consapevolezza, e controllo sulle norme di sicurezza durante ogni corsa ciclistica".

Mentre l'Uci si dice pronta a "collaborare con tutte le autorità competenti per indagare sulle circostanze di questo tragico incidente", la stampa belga punta il dito proprio contro l'Unione ciclistica internazionale, che non farebbe abbastanza per garantire la sicurezza dei corridori, circondati spesso da troppi veicoli dell'organizzazione e dei team durante la corsa. Le Soir elenca alcuni recenti casi di incidenti simili, per fortuna con epiloghi meno gravi. Solo a febbraio, si ricorda, il belga Stig Broeckx (Lotto-Soudal) è stato investito da una moto durante la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, riportando varie fratture, mentre un connazionale più famoso, Greg Van Avermaet, era stato più fortunato dopo un altro incidente alla Clasica San Sebastian dell'estate scorsa.

Sono stati donati gli organi di Antoine Demoitiè. Ne ha dato notizia il compagno di squadra Bill Gaetan dal suo profilo twitter, annunciando che la donazione "ha salvato tre vite: eroe fino in fondo!". Intanto la Wanty Gobert ha annunciato per stasera una conferenza stampa. Il portavoce del team, Josè Been, ha parlato dell'incidente 'scagionando' il motociclista: "Non si è trattato di un impatto ad alta velocità: conosco quella persona, è esperta, segue le gare belghe da 20 anni. Purtroppo c'è stata una caduta di gruppo, la moto dietro aveva una velocità moderata e ha scartato le bici a terra, ma non è riuscita ad evitare Antoine".

Tanti i messaggi di cordoglio. "Il nostro sport colpito ancora una volta da una tragica notizia...non ci sono parole! R.I.P. Antoine" ha scritto Fabio Aru.  "Le mi più sentite condoglianze ai famigliari e agli amici di Antoine" le parole di Alberto Contador, che ha aggiunto. "E' necessario un maggiore controllo delle moto in corsa". "Triste nell'apprendere la notizia della scomparsa di Antoine Demoitié. Condoglianze alla sua famiglia e agli amici" il messaggio di Chris Froome. Più duro Daniele Bennati: ''Come al solito per risolvere i problemi ci deve sempre rimettere la vita qualcuno''.

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