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Veneto

Di Fabio Frabetti

 

Ogni 10 del mese Pierluigi Pasqualetto torna davanti al Liceo Majorana di Mirano (Ve). Una presenza per reclamare giustizia per la morte del figlio Leonardo, professore in quello stesso istituto. Un ragazzo di 36 anni pieno di vita, di progetti e nel pieno dei sogni che stava realizzando.

Una vita che si interrompe il 10 novembre del 2011 quando sconvolto esce da scuola e dopo essere rientrato a casa si impicca con una corda. Un epilogo impensabile per chi lo conosce e in particolare per il padre. Qualcosa di grave doveva essere accaduto. Pierluigi non riesce a darsi pace per un figlio che adorava e per il quale aveva dedicato la sua vita, contribuendo insieme alla madre a renderlo un modello di insegnante e di uomo.

PETTEGOLEZZI LETALI - Leonardo aveva iniziato una relazione con una 16enne che frequentava lo stesso liceo. Inizialmente il professore aveva resistito alle avances dicendo alla ragazza che quel rapporto poteva essere poco opportuno. Con il passare dei giorni però anche Leonardo si innamora e tra i due nasce una bellissima storia d'amore totalmente consenziente da parte della minorenne.

La voce in poco tempo si sparge nella scuola, dal pettegolezzo si passa ben presto alla calunnia ed alla malignità fino a quel drammatico giorno quando il professore una volta entrato in classe subisce un vero e proprio processo davanti a tutti gli alunni della sua terza ed alla stessa fidanzata relegata in un angolo:

"Quella mattina – ricorda ad Affari il padre Pierluigi - l'hanno processato e allontanato definitivamente dalla scuola. L'ha dichiarato proprio un professore del liceo a quei ragazzi dicendo: “il professore Pasqualetto non farà mai più ritorno in questa scuola”. Neanche un'ora e mezza dopo mio figlio si suicida. L'hanno fatto impazzire. Nei documenti dell'inchiesta ministeriale, pieni di inspiegabili omissis, c'è scritto chiaramente. Ci sono le prove che il processo in classe è stato organizzato nei giorni precedenti. È una cosa aberrante. Era vittima di calunnie, di vessazioni. Quella mattina e nei giorni precedenti deve avere sofferto moltissimo, non sapeva neanche quello che stava facendo. L'hanno martoriato con una crudeltà indicibile. C'è una testimonianza scritta di più studenti che hanno visto e sentito nel piazzale dell'istituto questa frase: “finalmente siamo riusciti a mandarlo via dalla scuola”. A pronunciarla una minoranza di studenti che ce l'avevano con lui. Era troppo bravo,dava fastidio a qualcuno forse anche perché aveva scoperto qualcosa. Con quel pretesto sono riusciti ad allontanarlo".

NESSUN MOTIVO – Per quella relazione sentimentale giunta alle orecchie della preside e della sua vice, Leonardo subisce un processo pubblico davanti ad una intera classe di minorenni. Ed anche la condanna viene pronunciata davanti a tutti: al professore viene probabilmente comunicato il licenziamento. Non importa se un provvedimento del genere richieda numerosi passaggi di garanzia. Il danno è fatto. Leonardo crolla psicologicamente e si toglie la vita:

"Mio figlio non aveva nessun motivo per suicidarsi. Stava bene di salute, nessun problema economico. Aveva il paradiso in mano riuscendo a coltivare le sue grandi passioni per l'insegnamento e per i cavalli. Me l'hanno dipinto come persona depressa piena di problemi. Non l'accetto. Voglio che venga fatta piena luce dentro e fuori la scuola. E' stato additato come pedofilo in quasi tutti i licei di Mestre con dei messaggi e delle chiamate da parte di studenti del Majorana. Come mai non si è risaliti a chi le aveva effettuate? Voglio che venga fatta piena luce sulla morte di mio figlio. È poi successo un fatto gravissimo. Tredici giorni dopo il suicidio, la direzione scolastica ha incaricato un'insegnante di entrare nella mia proprietà e prelevare dalla macchina di Leonardo alcuni documenti all'interno della borsa di mio figlio. Poteva esserci una lettera di licenziamento o qualcosa che si voleva far sparire. Avevo chiesto alla scuola i suoi effetti personali e non mi sono mai stati consegnati. Per tutti questi episodi ho presentato una lettera-denuncia di 14 pagine con 130 allegati".

Il nesso tra quanto successo a scuola quel giorno e l’estremo gesto di Leonardo rimane un sospetto che al momento l’autorità giudiziaria non ha confermato. "La direzione scolastica mi ha neanche permesso di affiggere all'interno della scuola un cartello che avvisava i colleghi e gli studenti del giorno e dell'ora in cui si sarebbe svolto il funerale. Non ha disposto la sospensione delle lezione e così i numerosi studenti che hanno partecipato hanno dovuto presentare la giustificazione al loro ritorno a scuola".

L'ORA DELLA VERITA' - Il consiglio di istituto del liceo nei mesi scorsi ha anche convocato un'assemblea gettando accuse molto gravi nei confronti di Pierluigi in occasione delle sue visite nei pressi della scuola: "hanno sostenuto che io andavo a terrorizzare la scuola, con il rischio che mettessi addirittura delle bombe. Senza motivo e nessuna prova. Solo perché ogni 10 del mese mi presento fuori dalla scuola per onorare la memoria di mio figlio, informando con anticipo i carabinieri. Di quella riunione non esiste alcun verbale ma ho le prove inconfutabili di tutto quello che è stato detto in quell'occasione".

Il padre di Leonardo ha presentato numerose denunce ed esposti. Esige che la caratura umana e professionale del figlio emerga completamente e che si faccia piena luce su quanto accaduto nei giorni precedenti di una tragedia che si poteva evitare. "Il suo sogno di sempre era quello di insegnare. Lo faceva con un amore, con una dedizione e con un entusiasmo incredibili. La considerava una missione: lo hanno sempre detto i suoi studenti, aveva la luce negli occhi quando spiegava e totale disponibilità nei loro confronti. “Trasmetti la tua conoscenza e diventerai immortale” disse ad una sua studentessa. Era anche coordinatore di classe e stava facendo il concorso per dirigente scolastico. Si faceva carico di tutti i problemi e li risolveva. Leonardo continuerà a vivere in una fondazione a lui intitolata che avrà come scopo principale quello di aiutare ad istruirsi bambini e ragazzi che non possono farlo. Il sacrificio di mio figlio deve servire a ripulire la scuola pubblica da certe schifezze ed evitare altre tragedie. Mi prendo tutte le responsabilità di quello che denuncio, voglio la verità e non mi fermerò fino a quanto non sarà venuta completamente fuori".

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