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Esteri
Gaza, scoperta fossa comune a Khan Younis. Resti evaporati e resi cenere

Gaza, scoperta fossa comune a Khan Younis. Trovati oltre 200 corpi: i resti evaporati e trasformati in cenere

A due settimane dal ritiro dell’esercito israeliano da Khan Younis, squadre della protezione civile di Gaza oggi hanno rinvenuto oltre 200 corpi in una fossa comune scavata all’interno del Nasser Medical Complex. Il portavoce della Protezione civile di Gaza, Mahmoud Basal, nel corso di una intervista rilasciata questa mattina all'emittente Al-Jazeera, e riportata nel dettaglio sulla testata in versione araba, ha dichiarato che “i resti di alcune vittime sono evaporati e si sono trasformati in cenere”. Basal ha aggiunto che “ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza è una pulizia etnica senza precedenti nella storia dell'umanità, portata avanti dalle forze di occupazione israeliane contro il popolo di Gaza con l'utilizzo di armi mai sperimentate prima d'ora”.

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In seguito al ritrovamento e alle particolari condizioni nelle quali i corpi versavano, il direttore generale dell'Ufficio informazioni del governo di Gaza, Ismail Al-Thawabta, intervistato a sua volta da Al Jazeera, ha detto di aver richiesto l'apertura di un'indagine internazionale per chiarire sia le ragioni dell'evaporazione e della velocissima decomposizione dei corpi di alcune vittime, sia il tipo di armi utilizzate dagli israeliani. Al-Thawabta ha aggiunto che le squadre impiegate nel recupero hanno trovato “corpi senza testa, senza pelle, e in alcuni casi con gli organi espiantati”, aggiungendo che “il destino delle dozzine di persone che erano nel complesso resta ancora sconosciuto”.

L'ufficio stampa del governo stima che nelle fosse comuni scoperte nell’ospedale ci siano almeno 700 civili, la maggior parte dei quali si ipotizza dovessero essere pazienti ricoverati, medici e infermieri presenti all’interno della struttura al momento dell’assedio, e giustiziati direttamente all'interno del complesso ospedaliero. Ancora oggi un migliaio di palestinesi risulta scomparso a seguito del ritiro delle truppe israeliane dalle aree dell'occupazione. Le operazioni di ricerca e di recupero di altre vittime sono tutt’ora in corso. Secondo quanto riportato da Al-Jazeera la maggior parte dei cadaveri sono di donne, bambini e anziani.

E mentre la Camera dei Rappresentanti americana approva un pacchetto di aiuti per Israele da 26 miliardi di dollari, in attesa che il pacchetto venga sottoposto all’approvazione del Senato, a Rafah proseguono senza sosta i bombardamenti. Nelle ultime 24 ore sono rimasti uccisi dozzine di civili, 14 dei quali erano bambini. Tutto questo accade in barba a ordinanze e risoluzioni adottate nel corso degli ultimi 4 mesi. A partire da quella emessa dalla Corte internazionale di giustizia dell’O.N.U., di fronte alla quale Israele dovrà comparire per difendersi dall’accusa di genocidio mossagli dal Sud Africa e accolta dalla Corte di Giustizia dell’Aia.

Lo scorso 26 gennaio, la corte aveva imposto a Israele, con effetto immediato, “la garanzia che le sue forze militari non commettano nessuno degli atti criminali elencati dai legali sudafricani”, come attacchi al sistema sanitario, omicidi, gravi danni fisici o mentali, distruzione fisica totale o parziale deliberata del popolo palestinese, ordinando a Israele di presentarsi un mese dopo con una relazione che certificasse l’avvenuta ricezione degli obblighi impostigli. Relazione che Israele non ha mai presentato.

 






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